Il 2020 è iniziato con una brutta notizia per tutti i pendolari Siciliani.
Dal primo gennaio infatti c’è stato un sensibile aumento del prezzo di biglietti e abbonamenti. Immediata la protesta delle associazioni dei pendolari che denunciano come a dispetto dell’innalzamento delle tariffe, soltanto il ritardo dei treni rimanga sempre invariato.
Il comitato pendolari siciliani Ciufer ha monitorato 9 linee nell’arco di 60 giorni, conteggiando 40.636 minuti di ritardo.
È quanto emerge dall'analisi di circa 11mila treni in esercizio lungo la Messina-Catania-Siracusa, Catania-Palermo, Palermo-Trapani, Messina-Palermo, Messina-Sant’Agata di Militello-Palermo, Agrigento-Palermo, Modica-Ragusa-Caltanissetta, Siracusa-Ragusa-Gela e Catania-Caltagirone.
Nel dettaglio, dei 749 treni monitorati sulla Catania-Palermo 180 risultano essere arrivati a destinazione in anticipo sull'orario previsto, 32 in orario, 266 con un ritardo entro i 5 minuti, 94 in ritardo di 10 minuti, 63 in ritardo di 20 minuti e 98 oltre i 20 minuti. A ciò si aggiungano 18 treni soppressi e 11 parzialmente soppressi, per complessivi 3.994 treni-chilometro cancellati e 6.581 minuti di ritardo.
“Le nuove tariffe – ha dichiarato l’assessore regionale ai Trasporti Marco Falcone – sono inevitabili. Nel 2019 infatti abbiamo scongiurato un aumento del 7%. Oggi, a fronte di un miglioramento del servizio e lavori alla rete ferroviaria, il 10% in più credo sia sopportabile dall'utenza”.


