Piano di emergenza della prefettura per dodici gallerie di lunghezza superiore a un chilometro in Liguria.
L'ordine del giorno è quello di disporre di un protocollo di intervento standard in caso di incidenti o necessità di soccorsi all’interno dei tunnel più lunghi delle tratte che collegano Savona con Andora, Savona con San Giuseppe di Cairo e Savona con Cogoleto, i tre percorsi in provincia di Savona su cui è il Prefetto ad avere il comando delle operazioni in caso di emergenze.
Delle dodici gallerie individuate, quattro sono sulla linea di ponente e tre su quella che volge verso Torino e Alessandria mentre le quattro restanti sono sulla linea per Genova, ossia tra Savona e il confine tra Varazze e Cogoleto, ed erano già state verificate e inserite nel piano lo scorso anno.
Una operazione non facile da portare avanti, che ha richiesto un lavoro notevole e piuttosto articolato. Una prima fase ha previsto il riordino e l'aggiornamento delle schede particolareggiate con le diverse caratteristiche di ogni galleria e ad essa è seguita una seconda che ha visto la collaborazione delle forze dell’ordine e dei comuni, di RFI e dei Vigili del Fuoco per prevedere le procedure di intervento più efficaci.
«I piani - secondo quanto comunicato dalla Prefettura - sono stati predisposti in una logica di semplificazione delle procedure e realizzano gli obiettivi di individuare le amministrazioni e gli enti tenuti al concorso nell’emergenza, definire i relativi compiti e responsabilità, e ridurre la tempistica coordinando gli interventi».
Il piano generale e quelli relativi a ciascun tunnel contengono le informazioni sulle caratteristiche della galleria e della tratta ferroviaria, analizzano i possibili scenari a seconda del tipo e della gravità degli incidenti che si possono verificare, definiscono la struttura organizzativa che dovrà gestire e affrontare l’emergenza, indicano le procedure operative specifiche.
Ma non è tutto, perché in seconda battuta, ma non meno importante, è prevista la stesura di una campagna di informazione preventiva e da attuare nel momento dell’emergenza.
Il passo successivo prevede un’esercitazione, che verrà predisposta nei prossimi tre mesi e farà parte di un più ampio programma già in atto da alcuni anni.