C'è una linea ferroviaria italiana dove il treno ha vergognosamente abdicato in favore degli autobus.
E non parliamo di una linea secondaria Diesel da pochi viaggiatori al giorno, bensì di una tratta che, se opportunamente sfruttata, sarebbe molto frequentata da pendolari e turisti, la Roma - Pescara.
Scorrere il nuovo orario di Trenitalia è desolante. Immettendo come orario di partenza le 5 del mattino, il sistema restituisce quattro soluzioni, letteralmente una pena, come vedremo nelle prossime righe.
Per prima cosa, il primo collegamento utile è alle 11.10. Utile è sicuramente una parola grossa, perché prevede una percorrenza di 6 ore e 2 minuti con due cambi, ad Avezzano e a Sulmona.
Gli altri tre sono invece, bontà loro, collegamenti diretti, peccato che il primo sia alle 14.20 con arrivo alle 17.50, il secondo alle 16.40 con arrivo alle 20.04 e il terzo alle 18.47 con arrivo alle 22.07.
Insomma, nessuna possibilità di arrivare da Roma a Pescara in mattinata, ma nemmeno nel primo pomeriggio. Non solo, i tempi di percorrenza, nonostante il mondo sia andato avanti sono ancora di almeno 3 ore e 20 minuti, per due città che distano 240 km.
I tre campioni si chiamano Regionale 3224, 3 ore e 30 di viaggio per 240 km alla media di 69 km/h, Regionale 3226, 3 ore e 24 di viaggio a 71 km/h di media e Regionale 3228, 3 ore e 20 di viaggio a 72 km/h di media.
Fare un viaggio a queste latitudini è una morte lenta e con agonia, peraltro una morte nemmeno economica visto che il biglietto costa 14,50 euro.
Una agonia vagamente meno devastante se si decide di viaggiare nei festivi. In questo caso a fronte del fatto che viene tolto il Regionale 3224 viene inserito il Regionale 7522 che parte sì alle 7.10 da Roma ma giunge a Pescara alle 11.17 dopo 4 ore e 7 minuti di percorrenza, alla media da tenersi bene aggrappati di 58 km/h!
Inutile dire che la situazione è tragica anche per chi vuole andare da Pescara a Roma. In questo caso i treni sono solo al mattino, a meno di non volersi avventurare in soluzioni fantasiose che oltre a prevedere uno o due cambi (anche col bus sostitutivo!) impiegano dalle 5 alle 6 ore.
Tre treni a disposizione dei poveri malcapitati che, non si sa bene perché, decidano di muoversi via ferrovia, col primo alle 5.23 e l'ultimo alle 9.23. Dopo di essi Shangri-La, la terra del nulla, il Deserto di Gobi, fate voi.
In tutto questo c'è però chi si fa delle grasse risate. Perché se la ferrovia ha completamente abbandonato una linea dove, giova ricordarlo, un tempo correvano gli Intercity anche effettuati con gli ETR 220 o con le Gran Confort, le compagnie di autobus la fanno da padrona.
E l'aspetto comico è proprio questo. Nei giorni normali, non parliamo in quelli di festa, molte ditte sono costrette a utilizzare più autobus vista la fortissima richiesta tra le due città.
Autobus che nel tempo sono diventati sempre più accoglienti, anche a due piani, con prese USB, Wi-Fi, bagno interno e sedili spaziosi e che se da un lato coprono la tratta in circa due ore, una abbondante in meno del treno, dall'altro costano anche meno, visto che ci sono ottime compagnie che prevedono un biglietto di 12 euro sola andata o 20 andata e ritorno.
Una desolazione, dunque. Uno sventolio di bandiera bianca per il treno che ha poche giustificazioni, la più in voga delle quali è quella che si può percorrere la linea intera spezzandola a tratte, dove i treni sono presenti anche a orari diversi, come se collegare direttamente due città storicamente in simbiosi senza imporre un cambio di convoglio con percorrenze infinite sia un delitto.
Inutile dire che la mancanza di collegamenti degni di questo nome non permette ai romani nemmeno di giungere sulla Transiberiana d'Italia per i treni storici via ferrovia, obbligandoli all'uso della macchina che spesso scoraggia. Il treno, insomma, abdica anche nei confronti del turismo. Turismo ferroviario, peraltro.
Vediamo di essere chiari, nessuno sta chiedendo un Frecciarossa Roma - Pescara, ma che non si riesca nemmeno ad avere un regionale diretto al mattino dalla Capitale e la sera dall'Adriatico è assolutamente privo di senso, così come è assurdo non prevedere un collegamento più veloce che faccia concorrenza sui tempi agli autobus.
Molti nostri lettori, quando parliamo di treni rapidi in giro per l'Italia ci fanno notare come i trasporti ferroviari degni di questo nome si fermino alla Campania. Possiamo rassicurarli, in questa circostanza specifica la fine è ancora più a nord.