La Giustizia si ricorda di essere tale visto che vengono confermate dalla Cassazione le condanne per i salvadoregni che aggredirono con il machete due capitreno di Trenord la sera dell'11 giugno del 2015 dopo essere stati sorpresi senza biglietto, durante un controllo di routine, tra Milano Certosa e Milano Villapizzone.
Secondo la Suprema Corte, i responsabili di questa tremenda aggressione, iniziata a calci e pugni e proseguita a colpi di machete che hanno gravemente ferito le due vittime mettendo a rischio la loro vita, non meritano alcuna attenuante oltre allo sconto già concesso in appello con l’esclusione dei futili motivi.
In tal modo sono divenute definitive le condanne a 14 anni di reclusione per Jackson Lopez Trivino (di 25 anni) e a 10 anni per Andres Lopez Barraza (di 40 anni), oltre a quella a 12 anni di carcere per José Rosa Martinez che sferrò i colpi di machete e che dopo l’appello (l’8 febbraio 2016) non ha fatto ricorso ai supremi giudici.
I difensori di due dei tre, che avevano chiesto condanne più miti, ha risposto negativamente la Suprema Corte secondo la quale le attenuanti sono state «ineccepibilmente negate per la gravità dell’azione delittuosa, delle modalità particolarmente efferate della sua realizzazione» considerando anche che gli imputati hanno mantenuto «una condotta poco collaborativa e priva di alcun segnale di ravvedimento».
La mancanza di precedenti penali, inoltre, non può comunque «da sola, costituire ragione per la concessione richiesta».
A partecipare all’aggressione ai danni di Carlo Di Napoli, colpito con fendenti al braccio - che poi in parte gli è stato amputato - mentre tentava di ripararsi il volto, e del suo collega Marcello Magagnin, ferito alla testa, sono stati complessivamente sei aderenti alla gang MS13. Tre sono stati prosciolti nel 2016 in primo grado, svoltosi con l’abbreviato, «per non aver commesso il fatto».


