Ore decisive per conoscere il destino del nodo ferroviario di Genova, opera che dovrà separare i treni locali da quelli a lunga percorrenza.
Secondo quanto riferito da Telenord.it, dopo la conferma di un ulteriore stop di 60 giorni ai lavori chiesto dall’impresa Astaldi in grave crisi finanziaria, i sindacati hanno incontrato l’assessore regionale Giampedrone.
In soccorso della Astaldi potrebbe arrivare Salini Impregilo, pronta a rilevare il 65%. C’è però una procedura di concordato preventivo aperta e i commissari potrebbe decidere di rinunciare alla commessa per consegnare all’acquirente un’impresa più leggera.
Dunque, se RFI non deciderà di aumentare le risorse a disposizione per i cantieri, Astaldi potrebbe rescindere il contratto costringendo a bandire una nuova gara. Un’ipotesi da scongiurare perché vorrebbe dire almeno due anni di sospensione totale dei lavori.
“Siamo bloccati e questo ci preoccupa molto. Spero in un intervento forte del ministro Toninelli e del Governo”, ha detto l’assessore Berrino a margine di un convegno organizzato dalla Uil Liguria al MAG di Telenord. Il Mit potrebbe di fatto intervenire istituendo un commissario straordinario con poteri in deroga a numerose leggi per aggirare i tempi della burocrazia.
A rischio ci sono circa 600 posti di lavoro tra diretti e indotto, ma anche il futuro del trasporto pubblico a Genova. La realizzazione dell’opera consentirebbe infatti, una metropolitana di superficie per l’area metropolitana, ottimizzando i costi per la gestione del servizio. Sarà inoltre imprescindibile la connessione col Terzo Valico per i treni del Ponente, che dovrebbero percorrere le nuove gallerie Voltri-Fegino.


