Dopo la fumata nera del vertice di ieri notte sulla TAV, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato a Palazzo Chigi una conferenza stampa per fare il punto della situazione.
Ha detto Conte: “Io stesso al tavolo, non muovendo da nessun pregiudizio ideologico o fattore emotivo, ho espresso forti dubbi e perplessità sulla convenienza della TAV e lo ribadisco. Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno”.
“Se lo dovessimo cantierizzare oggi mi batterei perché non sia realizzato. Lo dico perché voglio che i cittadini italiani siano messi al corrente costantemente”.
“L’unica strada è proseguire, alla luce di ciò che emerso, alla luce dei forti dubbi emersi, e me ne assumo la responsabilità, l'unica strada che credo sia d'obbligo è procedere ad un'interlocuzione con i partner di questo progetto, Francia e Ue, per condividere questi dubbi e le perplessità” ha aggiunto il premier.
“Dobbiamo considerare che l’opera dovrebbe terminare nel 2030 ma chi si occupa di queste cose sa che quella data è una chimera. E anche a non voler considerare la lievitazione dei costi noi ci ritroveremmo comunque in una fase temporale in cui il sistema dei trasporti si sarà evoluto e c’è il rischio che l’opera si riveli poco funzionale rispetto al sistema dei trasporti con cui avremo a che fare” ha sottolineato Conte.
In sostanza, il Presidente del Consiglio si pone come mediatore e cerca di prendere tempo in attesa di un accordo tra le due componenti del Governo.
La Francia però non sembra voler temporeggiare, ma anzi va in pressing. “L’Italia confermi l’impegno. La Francia ha firmato un trattato con l’Italia che prevede la realizzazione di questo tunnel: spero che gli italiani ci diranno domani che realizzeranno il tunnel insieme a noi”, ha detto la ministra francese dei Trasporti, Elisabeth Borne. “Non faremo un tunnel da soli: spero che domani diranno sì”, ha insistito Borne riferendosi al governo di Roma: “Confido che gli italiani confermino il loro impegno”.


