Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, torna a parlare di due argomenti che stanno dominando il dibattito politico italiano: la TAV e Alitalia.

Intervenendo alla trasmissione Quarta Repubblica, Tria parlando dell’Alta Velocità Torino-Lione, ha detto: “Non mi interessa lanalisi costi-benefici. Il problema non è la TAV, il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive. Questo è il problema, non la TAV”. E ha aggiunto: “Bisogna portare avanti l’economia italiana”.

A Tria ha replicato a Zapping di Radio 1, il ministro Danilo Toninelli che ha ammonito: “Tria ha dimenticato che c’è un contratto di governo, lui dovrebbe ricordarlo, si atterrà a quello che c’è scritto”.

Intanto, questa mattina, dopo le dichiarazioni di Tria, il gruppo del Pd della Camera in un'interrogazione firmata da Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo, e da Luigi Marattin, capogruppo in commissione Bilancio, ha chiesto proprio al ministro chiarimenti.

Si legge nell’interrogazione: “Quali sono gli investimenti persi dall'Italia per il mancato rispetto di patti internazionali, di cambio di contratti e per l'approvazione di leggi retroattive? Quanto tutto ciò ha inciso dal punto di vista della possibilità di posti di lavoro e crescita? Cosa intende fare il governo per riprendere una politica di investimenti che superi l'attuale blocco di grandi e piccole opere che secondo le stime ammonta a circa 36 miliardi di euro?”.

In merito al salvataggio di Alitalia, che prevede il coinvolgimento delle FS, delle Poste, del Tesoro intorno al 15% e quindi di easyJet e Delta Air Lines come soci industriali di minoranza, Tria ha detto: “Non deve essere resa pubblica, deve trovare una soluzione di mercato”.

Il ministro ha ricordato che “una compagnia di bandiera è importante” però, quanto all'ipotesi del Tesoro al 15%, “ho dato la disponibilità del governo ad aiutare, sotto due forti condizioni: che ci sia un piano industriale che regga il mercato, con partner forti e che vengano rispettate tutte le norme comunitarie. Entro questo, se necessario è anche giusto che anche il governo aiuti. Ma questo significa non fare perdite”.

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