Prosegue la raccolta firme per la realizzazione della Ferrovia dei Due Mari, quella che dovrebbe unire San Benedetto a Roma attraverso dei binari che affiancherebbero il tracciato della Salaria.

Al momento sono già state raccolte più di 6200 firme e l’obiettivo di 7500 che gli organizzatori della petizione si erano prefissati, è davvero a portata di mano.

“Il territorio appenninico delle regioni Lazio e Marche – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa – da tempo soffre di gravi carenze infrastrutturali ed economiche aggravatesi con i recenti eventi sismici. Lo spopolamento di questi territori, è ormai una realtà che si protrae dagli anni ’60, con l’emigrazione di massa verso la costa e le città più industrializzate.

Nel post-terremoto è ancor più chiaro il profilo di un territorio meraviglioso ma fragilissimo ed è evidente la necessità di nuove riflessioni, proposte ed idee che possano andare in parallelo alle risposte più immediate tipiche della fase emergenziale. Non possiamo farci mancare una prospettiva ed una progettualità a lungo termine per non perdere di vista l’obiettivo: far rivivere questi luoghi.

Quali motivazioni possiamo quindi dare alle persone fuggite, o alle nuove generazioni per ritornare nei borghi colpiti dal sisma? Eppure, Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Accumoli ed Antrodoco non sono mai stati paesi così sperduti: tutti si collocano lungo ad un’arteria stradale, tra le più antichissime, la Via Salaria, un passaggio obbligato per poter raggiungere la Capitale e la costa orientale.

Nonostante ciò, hanno sopportato fino ad oggi un costante declino, frutto di politiche nazionali che non hanno mai creduto nella montagna e in tutte le floride realtà che la costellano. Ecco una delle possibili motivazioni di cui sopra: un treno per Roma ed un treno per l’Adriatico. Ripartire, riavvicinandosi.

La parola d’ordine è dunque: rompere l’isolamento al quale sono stati relegati il reatino e l’entroterra ascolano nel rispetto delle loro bellezze paesaggistiche, naturali, storico ed artistiche.

Come? Rispolverando il progetto antichissimo, ma sempre attuale della Ferrovia dei Due Mari, risalente già al 1841 ma mai realizzato a causa di ostacoli di vario genere (contrasti sul tracciato da adottare, dissidi campanilistici con altre regioni, ostacoli burocratici ed economici) ed abituale promessa elettorale irrealizzata.

Oggi l’unico mezzo per raggiungere Roma o l’Adriatico è il trasporto privato su gomma con i costi ambientale ed economico che ne conseguono (vedi traforo del Gran Sasso): il treno è invece riconosciuto quale mezzo di trasporto tra i più sostenibili con un minor dispendio di tempo, impatto paesaggistico e quantità di emissioni di CO2 nell’atmosfera”.

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