Sembra passato poco tempo da quando il primo raggiunse Roma Smistamento ma i TAF - Treni ad Alta Frequentazione, sono ormai in servizio da oltre 20 anni.
Un'età "importante" per un treno che tutti i giorni effettua ininterrottamente collegamenti locali trasportando decine di migliaia di persone, con un servizio che, inevitabilmente, ne ha anche usurato moltissimo le componenti.
Che non fosse un treno particolarmente riuscito, del resto, i pendolari romani se ne accorsero da subito, benché allora abituati ad avere a che fare con le ALe 801.
Nonostante i due piani la composizione fissa da quattro elementi risultò da subito inadeguata ad un pendolarismo come quello della Capitale, senza contare errori di progettazione, come la scala di salita al piano superiore molto stretta o di costruzione, come i mancorrenti più volte rivisti perché mal disposti o troppo vulnerabili.
Nel corso del tempo i convogli hanno subito delle modifiche interne tendenti a migliorarne tanto la fruibilità quanto il comfort e la sicurezza, ma ogni giorno che passa è sempre più evidente come il tempo li abbia di fatto resi ormai obsoleti, superati non solo meccanicamente ma anche a livello di "funzioni" per i viaggiatori.
Non sono in fatti presenti prese elettriche al posto per ricaricare telefoni o computer, manca ovviamente il Wi-Fi e anche i monitor che sono stati applicati sulle pareti sono visibilmente posticci, con una fruibilità non sempre massima.
Anche meccanicamente, poi, iniziano a mostrare gli anni di servizio. Quelli romani sono spesso sottoposti alla nostra "prova" e non c'è giorno in cui non abbiano qualche problema, spessissimo risolto in pochi minuti che però, soprattutto in determinare ore della giornata, risultano ai viaggiatori a dir poco determinanti.
Ovviamente il loro processo di obsolescenza è reso più precoce anche da coloro che li utilizzano. Spesso, nonostante gli interventi riparatori di Trenitalia, gli interni sono devastati, con i sedili strappati e le pareti e i vetri orrendamente deturpati. E qui, purtroppo, il gestore del convoglio non ha responsabilità, così come non la ha se quando vengono lasciati nei depositi spesso escono orrendamente graffittati anche esternamente.
Forse la sola cosa che si può addebitare a Trenitalia è il modo di rimediare a questa evenienza. Spesso, infatti, vengono messi in opera rattoppi di fortuna, che pregiudicano l'aspetto estetico del mezzo. Abbiamo personalmente visto pareti interne riverniciate a pennello con il colore bianco passato in fretta e furia anche su indicazioni e tasti, ma del resto la cosa è comprensibile se si considera che ogni treno è necessario per effettuare un servizio regolare.
Insomma, tutto questo discorso verte solo in una direzione. Ben vengano i nuovi Rock a due piani di Hitachi con la speranza che anche chi li usa si renda conto che devastarli dopo poco utilizzo non conviene a nessuno. A loro per primi.



