Episodio non del tutto nuovo quello riportato dai giornali locali romagnoli nella mattina di oggi.
Stando a quanto scritto, il Frecciabianca 8804 proveniente da Ancona e diretto a Milano Centrale, avrebbe tirato lungo nella stazione di Faenza, saltando sostanzialmente la fermata.
Stando alle dichiarazioni dei viaggiatori rilasciate a Ravenna Today "all'interfono è stata annunciata la fermata, ma quando siamo arrivati a Faenza il treno non si è fermato. Ci siamo poi fermati poco fuori dalla stazione, dove siamo rimasti per 5 o 6 minuti. Nel frattempo ci ha superato il Regionale 11524, poi si sono scusati per il disagio - come sempre - e lentamente abbiamo fatto retromarcia e siamo rientrati in stazione. Alla fine siamo ripartiti con oltre 20 minuti di ritardo e siamo arrivati a Bologna mezz'ora dopo l'orario previsto".
La circostanza viene confermata dal servizio Viaggiatreno di Trenitalia che mostra come il convoglio si sia fermato a Faenza alle 7.51 per ripartirvi alle 8.13.
Il verde in stazione, dunque, sembrerebbe aver colpito ancora una volta, col macchinista che probabilmente non ricordava di dover sostare e trovandosi davanti il segnale a via libera ha proseguito la marcia.
Prima che si getti la croce addosso a un ferroviere, tuttavia, insistiamo su due punti fondamentali. Il primo è che in situazioni come queste non c'è alcun pericolo per il treno né, ovviamente, per i viaggiatori. Tutto avviene comunque in sicurezza per il semplice fatto che, se ci fosse stata qualche problematica, il treno si sarebbe fermato da solo.
Il secondo che questi eventi iniziano a verificarsi con una discreta incidenza e più che biasimare il macchinista di turno, sarebbe ora di ammettere che questa procedura che lascia alla memoria del personale e a una scheda treno l'onere di ricordare le fermate, non è evidentemente così chiara e che il personale andrebbe maggiormente aiutato ad evitare l'errore.