Il treno è la chiave di tutto. Il treno come mezzo di trasporto azionato dalla follia nazifascista, il treno come veicolo di morte e sterminio sui binari di mezza Europa, il treno come promessa di non dimenticare.
Erano gli anni della Seconda Guerra Mondiale, e sui “treni della morte” centinaia di deportati ebrei viaggiavano ogni giorno verso i campi di concentramento di Polonia e Germania. Pochissimi furono i superstiti di quella mattanza e ancora meno sono quelli che, per ovvie ragioni anagrafiche, sopravvivono ancora oggi nel 2019.
Ricordare quanto accaduto nei campi di concentramento è però un atto fondamentale perché altrimenti il passare del tempo rischia di offuscare la memoria della “banalità del male”, come scriveva Hannah Arendt, e di tutte le sue atroci espressioni.
Sugli stessi binari utilizzati 75 anni fa per consegnare alla storia una delle sue pagine più terribili, dal 2004 ogni anno circola un convoglio carico di giovani vogliosi di vedere, di capire e di portare avanti il ricordo di quanto accaduto. Centinaia di giovani italiani si recano così, ogni anno ad Auschwitz-Birkenau, oggi Oświęcim, luogo emblema dell'Olocausto, per portare avanti nella memoria collettiva quanto successe in quell'epoca buia.
La cosa si ripete anche quest'anno, con una tabella di marcia già ampiamente definita che eredita quella dei viaggi precedenti. Il treno, vuoto, scende dalla Germania la notte tra il 19 e il 20 gennaio prossimi, attraversando il confine del Brennero dopo le 22. Da qui prosegue via Trento e Poggio Rusco a Bologna dove giunge all'alba per poi spingersi fino a Firenze dove è previsto intorno alle 9 del mattino.
Il convoglio, quindi, caricherà i ragazzi e ripartirà facendo il percorso inverso, lasciando Firenze alle 12.40 e raggiungendo il confine poco prima delle 18.00. Il ritorno del convoglio è previsto il 24 gennaio.