Una amara riflessione sulla situazione delle ferrovie in Sicilia.
Noi siciliani, si sa, siamo abituati ad annunci roboanti seguiti da niente di fatto.
Tuttavia, ora che la distanza infrastrutturale tra le varie parti della nostra penisola si fa sempre più evidente, la drammatica condizione dei trasporti dell'isola più grande del mediterraneo pesa come un macigno, soprattutto a seguito di annunci spettacolari con investimenti di "megamiliardi".
Andiamo con ordine, con una lista delle cose a metà realizzate e a volte completamente dimenticate.
La Palermo-Agrigento e i pendolari siciliani
Treni sovraffollati e condizioni dei pendolari da quarto mondo, con una linea vetusta che fa da cornice con la recente inaugurazione di una variante che sembra più che altro una lacrima in un pozzo di disperazione ferroviaria. Accompagna il tutto un Minuetto pieno come una scatoletta.
Ma la tragicomica epopea dei pendolari siciliani non si ferma mica qui! I treni regionali da e per Termini Imerese, senza dubbio la tratta più frequentata della Palermo-Messina, raggiungono livelli di sovraffollamento impensabili, spesso ne piangono le conseguenze i pendolari della Palermo-Agrigento che si vedono riempire un treno già sovraffollato.
Disabilitati ai disabili
La particolare predilezione che i trasporti su ferro siciliani rivolgono ai disabili è certamente encomiabile: tra rotabili del dopoguerra, banchine e binari con dislivelli da guinness e ascensori e scale mobili che si guastano a piacimento, essere disabili ed avere una mobilità sostenibile in Sicilia è, salvo rari casi, quasi del tutto impossibile.
Ancora più evidente è il caso della Palermo-Trapani: servita esclusivamente da ALn 668 con scalini ripidi come promontori e la mancanza di un collegamento diretto con Palermo senza dimenticare il caso più eclatante, la ALn 668 avvistata sulla linea metropolitana di Palermo, il cosiddetto anello ferroviario, per la quale vale la pena chiedersi se ci siano anche le scale a pioli per scalare l'entrata del treno...
Condisce squisitamente la situazione la banchina dei binari di Palermo Notarbartolo, il secondo hub della mobilità palermitana, con due binari su tre non a livello.
Ne passa di acqua sotto il Passante
Cercando di non pensare al fatto che il passante rischia di rimanere incompleto ancora per un po', concentriamoci sull'annuncio dell'apertura del doppio binario: un tratto di qualche chilometro realizzato a doppio binario e usato a singolo fin dalla sua apertura, è stato attivato per evitare che i treni dovessero attendere per le precedenze.
Sfortunatamente, però, non è cambiato nulla, il doppio binario è attivato ma l'orario non è cambiato e l'attesa è identica a prima. A quando il cambio d'orario?
Ancora nulla, poi, per il biglietto unico AMAT-Trenitalia e ancora desolato, con qualche autobus in solitudine, il nuovo terminal bus della stazione centrale di Palermo, inaugurato in pompa magna.
La ferrovia a macchie
Se potessimo vedere l'attuale situazione in tempo reale delle ferrovie siciliane, in un ottica globale, ne rimarremmo sconvolti: una trama di binari singoli e doppi che si intervallano, per la quasi totalità a un unico binario non elettrificato, con interruzioni decennali.
Ancora non si vede nulla all'orizzonte per la Palermo-Trapani diretta, per il ponte ferroviario crollato nel 2011 nel nisseno e ancora nulla per evitare che con due gocce di pioggia e due centimetri di neve l'intera infrastruttura collassi.
Ma in Sicilia si sa, vale la regola dei diamanti: se un binario si rompe è per sempre.
La condivisione della desolazione
Si sa che c'è qualche esempio decente di ferrovia in Sicilia, ma perché dobbiamo accontentarci sempre del ''meglio questo che niente"? Le tasse dei siciliani valgono meno di quelle del resto d'Italia? Come si fa a creare una domanda se non esiste un'offerta decente? Come si può credere che la gente paghi per attraversare in 13 ore la Sicilia (Trapani-Scicli ad esempio)? Come si può pensare che 5 milioni di persone si muovano con tempi da diligenza e rotabili che prendono fuoco da soli?
Io mi limito a riportare, a condividere con voi tempi biblici per progetti quasi leggendari, ma quando ai siciliani verranno forniti fatti piuttosto che annunci ? Quando sarà possibile avere date certe piuttosto che ''intervalli'' da disequazione della disperazione?
Nel frattempo che si vedano i fatti, io mi tengo i sogni.
Testo e foto di Vito Manno