È una situazione kafkiana e a dir poco delicata quella di 233 operai della CAF rimasti senza lavoro.
La complessa vicenda inizia il 9 marzo 2018 e a raccontarla è la stessa società spagnola nel documento spedito ai lavoratori - e al ministero del lavoro - il 25 ottobre mattina e ben riassunta oggi da Milano Today.
A marzo dello scorso anni, infatti, Trenitalia pubblica un bando di gara europeo per "l'affidamento del servizio di manutenzione preventiva e correttiva dei convogli ETR 500 della durata di sei anni".
Al "concorso" si presentano CAF - che si sta occupando anche della riqualificazione delle E.402A in E.401 - e Hitachi Italia Spa che quei treni li produce e che con Sitav li manutiene praticamente da sempre. A vincere il bando, la cui base d'asta è di oltre 132 milioni, è CAF, che - si legge nel documento - "il 21 marzo 2019 sottoscrive un contratto per 59 convogli" con Trenitalia.
A quel punto, l'azienda spagnola che mai ha gestito carichi di lavoro simili, dà vita a una campagna di rafforzamento e fino al 30 giugno assume "224 unità a tempo indeterminato", molte delle quali arrivano proprio da Sitav e da altre società del settore.
Qui sorgono i problemi, perché "nonostante l'aggiudicazione e la sottoscrizione del relativo contratto, l'appaltante - ossia Trenitalia - non ha mai consentito alla CAF di dare esecuzione ai servizi aggiudicati".
Hitachi Rail Italy Spa, infatti, presenta immediatamente ricorso al TAR, sottolineando - in sintesi - che CAF non è pronta a un lavoro del genere, che non ha operai specializzati e che a mostrarlo sono, anche se indirettamente, proprio le nuove assunzioni che si sono rese necessarie dopo la vittoria del bando.
In realtà, molti dei tecnici - seppur formalmente neo assunti - sono specializzati ed ex Sitav e a metterlo nero su bianco è una relazione presentata in consiglio regionale campano dal consigliere del M5S Gennaro Saiello.
In esso si legge: "I lavoratori, preoccupati dalla mancata applicazione delle disposizioni relative al passaggio di cantiere, si presentavano alle elezioni di CAF forti dell'esperienza e della professionalità maturata nel corso degli anni nel settore". E ancora: "Una volta assunti, i lavoratori presentavano le proprie dimissioni volontarie dalla azienda Hitachi per procedere alla sottoscrizione del nuovo contratto di lavoro con CAF per svolgere le medesime funzioni".
Questo, evidentemente, non basta al TAR del Lazio, che il 3 luglio scorso - con motivazioni pubblicate a ottobre - dà ragione a Hitachi, sottolineando "l'assenza del requisito della capacità professionale e tecnica", nonostante molti degli operai fossero praticamente gli stessi, e spiegando che Trenitalia ha scelto il vincitore soltanto in base al vantaggio economico.
I sindacalisti che seguono Hitachi esultano per quella che per loro è una vittoria - la sconfitta nel bando avrebbe probabilmente creato esuberi anche lì, nonostante la struttura più "forte" -, mentre Trenitalia in una nota sottolinea che "a marzo 2019" è stato "stipulato il contratto con CAF a seguito della verifica dei requisiti di partecipazione e della mancanza delle cause ostative presentate in un ricorso da Hitachi Rail-Sitav".
Quelle "cause ostative", secondo i giudici amministrativi, ci sono e il bando - valido sei anni e prorogabile per sei - viene di conseguenza assegnato a Hitachi.
In questo modo, 233 lavoratori CAF - molti dei quali "ex" e praticamente tutti appena assunti - si ritrovano senza un lavoro da un momento all'altro, a meno di quattro mesi dall'assunzione a tempo indeterminato.
"CAF - scrive la società nella lettera di licenziamento - si trova nella necessità di procedere alla riduzione del proprio organico per complessive n. 233 utilità, che risultano essere strutturalmente in esubero rispetto alle mutate esigenze organizzative e produttive" per "gli effetti della sentenza del TAR Lazio del 3 luglio 2019".
E ancora: "CAF - per circostanza oggettive ed alla stessa non imputabili - si ritrova con un organico enormemente superiore rispetto alla propria attività ed esigenze".
Quindi, via al piano di licenziamenti, tra Firenze, Foligno - per la cessazione verosimilmente della commessa sulle E.401 ormai quasi tutte riqualificate -, Napoli Gianturco, Roma San Lorenzo, Torino e Milano Martesana.