Basta parlare delle battaglie perse e avanti in nome dell’innovazione.
Questa la nuova linea del Comune di Torino col sindaco Chiara Appendino che spiega che ormai sul versante Torino - Lione c’è poco da fare e bisogna guardare oltre.
"Sulla TAV i giochi sono fatti – ammette Appendino durante il suo intervento, all’Unione Industriale di Torino nella nuova area Tne di Mirafiori – Ho già dichiarato che quella è una partita chiusa. E, nel frattempo, vi invito, iniziamo a parlare di Hyperloop. Una infrastruttura futuristica che collegherà Torino e Milano in una manciata di minuti, creando così le condizioni concrete per una reale macroregione. A questo stiamo già lavorando, in accordo con il sindaco Sala".
L’idea di un "treno" iperveloce tra Milano e Torino gira da qualche mese, da quando a luglio la sindaca torinese incontrò Bibop Gresta, co-fondatore e chairman di Hyperloop, l’azienda statunitense che sta studiando e progettando i collegamenti iperveloci. Mezzi che dovrebbero viaggiare a 1.200 chilometri all’ora e che potrebbero collegare Torino e Milano in una manciata di minuti.
Hyperloop avrebbe allo studio la costruzione di linee anche in Italia, tra le quali sembrerebbe che ci sia la Milano-Bologna e ora anche la Torino-Milano. Le capsule in carbonio viaggerebbero in tubi sottoterra o sopraelevati da terra, sfruttando la levitazione magnetica. Non si tratterebbe solo di un vantaggio nei tempi di collegamento, ma l'Hyperloop creerebbe opportunità anche da un punto di vista energetico, con un risparmio di costi e una produzione di energia da rimettere in rete. Cosa che renderebbe il sistema più vantaggioso rispetto all’alta velocità tradizionale.
L’infrastruttura di Hyperloop, almeno in linea teorica, sarà formata da due tunnel d’acciaio a bassa pressione, uno per ogni direzione, sollevati da piloni di cemento o appunto, come in questo caso di test, scavati nel sottosuolo. I “pod” di alluminio contenenti persone, merci o veicoli, grazie alla levitazione magnetica, dovrebbero viaggiare fino a velocità superiori a quelle aeree (anche 1.223 chilometri orari) spinte da un getto di aria compressa.
Va detto che, tuttavia, la sperimentazione sembra ancora in altissimo mare e contante problematiche da risolvere anche se la strada sembra ormai tracciata.