Vicenza e provincia attendono il via libera del Governo che riguarda lo stralcio dell’Alta Capacità-Alta Velocità ferroviaria da Verona all’ingresso della città.

Secondo le previsioni, l’opera che necessiterà di 82 mesi di lavoro, deve passare l’esame dell’analisi costi-benefici, ma i tecnici di RFI hanno già confermato che, considerato il traffico previsto, è improbabile la soluzione dell’alta velocità, senza raddoppio dei binari.

Queste le conclusioni emerse nel tavolo tecnico sulla TAV, convocato in Municipio a Vicenza, per fare il punto dello stato di avanzamento dell’opera lungo l’asse Brescia-Verona-Vicenza-Padova. All’incontro, presieduto dal sindaco Francesco Rucco, sono intervenuti anche i presidenti della categorie economiche provinciali, e RFI rappresentata da Aldo Isi (Direzione Investimenti) e Luigi De Amicis, responsabile della tratta Verona-Padova.

Nel corso dell’incontro è stato ribadito che nel Vicentino la TAV è divisa in tre lotti funzionali. Il primo da Verona al bivio Vicenza, il secondo riguarda l’attraversamento della città e il terzo prosegue a est per arrivare a Padova. Il secondo tratto può contare su un progetto preliminare, ma deve essere approvato prima di cominciare a conteggiare i 77 mesi valutati come necessari alla sua realizzazione.

“Quel che serve adesso – ha detto Rucco - è far fronte comune sulla strategicità della TAV. Per questo a breve incontrerò i sindaci e i parlamentari vicentini, chiedendo anche il loro sostegno. Attendiamo l’esito dell’analisi costi/benefici, ma ci auguriamo che la decisione finale del Governo si fondi sul buonsenso e non sulle ideologie”.

L'articolo integrale è disponibile su Il Giornale di Vicenza.

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