Si è regolarmente conclusa nel pomeriggio di oggi la lenta corsa dell'ETR 450 n.11 verso la demolizione.
Il convoglio ha raggiunto a metà pomeriggio la stazione di Montesilvano, da dove, se le indicazioni ricevute sono confermate, dovrebbe ripartire in piena notte alla volta di Foggia e quindi Bari. Anche questa volta molti appassionati non hanno mancato l'appuntamento, immortalando per l'ultima occasione un convoglio che ha fatto la storia delle nostre ferrovie e che dal 1989 ha iniziato a solcare i binari della nostra rete ferroviaria.
Da allora sono trascorsi 29 anni, meno di tanti altri convogli dello stesso Gruppo, ma con un inevitabile destino comune che del resto solo pochi rotabili fortunati sono riusciti ad evitare.
Tralasciando altri dettagli per evitare di essere ripetitivi rispetto alla notizia che abbiamo già dato oggi, cogliamo l'occasione per approfondire un aspetto che ci è stato domandato da diversi lettori nei giorni scorso, dopo aver visto i video dei passati trasferimenti.
In molti, infatti, si sono chiesti come mai il trasferimento avvenga a bassissima velocità per un treno che comunque era abituato a correre sulla Direttissima anche a 250 km/h.
La risposta è piuttosto semplice. I convogli, ovviamente, non si muovono più in maniera autonoma e devono dunque essere trainati per mezzo della barra rigida.
Anche quando erano in servizio regolare, una disposizione disciplinava l'utilizzo della barra rigida per il traino, utilizzabile purché non si superasse la velocità massima di 50 km/h. A titolo di curiosità, secondo la disposizione, l'accoppiamento con la locomotiva deve essere fatto con rotabili fermi e nessun agente deve introdursi tra i due mezzi durante la manovra di accostamento e di allontanamento.
Con la barra rigida, peraltro, è consentita solo la trazione mentre non è permessa la spinta.
Video di Tommaso Ottaviani e Valerio Frecciabianca