È un testo durissimo quello scritto dalla Associazione Ferrovie Siciliane nella persona del suo presidente Giovanni Russo relativamente alla dismissione della stazione di Taormina.

"Nonostante il lavoro svolto da anni dall’Associazione Ferrovie Siciliane, consapevole delle ripercussioni sul territorio per il  futuro raddoppio ferroviario della linea Messina-Catania, assistiamo alla fine della stazione FS di Taormina-Giardini. Il suo destino, cosi come la mobilità di questa importante porzione di Sicilia, non interessa alla politica e, soprattutto, agli amministratori", si legge sulla home page del loro sito.

"Tranne ripensamenti dell’ultimo minuto, che siamo certi non arriveranno, questi chilometri di ferrovia sono persi per sempre: fra qualche anno questa stazione con le sue rifiniture ed i suoi meravigliosi arredi servirà per altro. Così come non vedremo mai più i treni transitare lungo il litorale compreso tra Giardini Naxos e Letojanni, a servizio della mobilità locale e di una enorme utenza turistica che troverà sicuramente preferibile un pullman sotto l’albergo piuttosto che un treno nella pancia di una montagna".

Per chi non lo sapesse, la stazione di Taormina-Giardini consiste di un pregevole fabbricato in stile eclettico (liberty palermitano). La facciata esterna è arricchita nel corpo centrale da due torri merlate simmetricamente disposte rispetto al corpo centrale. L'ingresso è protetto da una tettoia artistica in ferro battuto mentre le finestrature ad arco e sesto acuto riprendono motivi del passato arabo-normanno.

Le sale interne sono arredate con mobili in legno scuro in stile siciliano di fine Ottocento e le pareti e i soffitti degli ambienti della stazione sono impreziositi da affreschi e decorazioni a rilievo del palermitano Salvatore Gregorietti che ne curò anche la realizzazione di vetrate e arredi in ferro battutoSi tratta, insomma, di un piccolo capolavoro che rischia di sparire per sempre.

"Scriviamo queste amare note - prosegue la nota dell'Associazione - dopo aver constatato la più totale indifferenza di chi sta nella stanza dei bottoni, troppo impegnati a riprodurre sul nostro territorio logiche da Alta Velocità per riflettere sull’effettivo ruolo della ferrovia come vettore diffuso sul territorio. E dopo aver verificato, con incredulità, quanto sia assente e sorda la Regione Siciliana, troppo intenta a sponsorizzare i treni storici, spacciati come “turistici” (per pochi eletti) per svolgere il proprio ruolo istituzionale che le imporrebbe di garantire a ben 5 milioni di siciliani un sistema di trasporto efficace ed ecocompatibile".

"Il 29 novembre prossimo, in una conferenza dei servizi che si terrà a Roma va in approvazione un progetto definitivo che taglierà fuori l’attuale tratta ferroviaria compresa tra Fiumefreddo e Letojanni, cancellando non soltanto un enorme patrimonio storico, ma una infrastruttura che, nell’ambito di un concreto rilancio della ferrovia come vettore moderno e diffuso, avrebbe potuto servire con capillarità insediamenti urbani, con i loro attività economiche e le loro spiagge a due passi dalla linea ferroviaria facilmente attrezzabile con semplici fermate al loro servizio. Un sistema che avrebbe un’appendice di rilievo regionale con la riattivazione della ferrovia dell’Alcantara, portando il treno fino a Randazzo e da qui alla città di Catania e al suo aeroporto, attraverso le sue propaggini nord-occidentali. Mantenendo per la stazione di Taormina-Giardini un ruolo ferroviario che dire rilevante sarebbe riduttivo e, soprattutto, vivo".

La nota integrale dell'Associazione è disponibile cliccando qui.

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