Elettrificazione o treni bimodali per collegare Biella con Milano?
Dopo un inizio in favore della prima ipotesi, la seconda torna d’attualità. La soluzione, che era già stata presa in esame nel passato senza risultati, viene rilanciata dal M5S nella persona del capogruppo in consiglio comunale Giovanni Rinaldi.
La proposta è stata subito presa in considerazione dall’Associazione pendolari biellesi, che dice di «non avere alcuna preclusione», a patto che il progetto sia indirizzato «a creare un diretto per Milano Centrale o Porta Garibaldi e non per soluzioni alternative».
Secondo Rinaldi, per avvicinare Biella e Milano, la soluzione migliore è quella di ricorrere a treni simili a quelli acquistati di recente dalla Regione Valle d’Aosta, in grado di funzionare su linee elettrificate e non.
«La possibilità di arrivare a Milano comodamente e rapidamente rilancerebbe la città come possibile meta residenziale per i tanti lavoratori milanesi - dice Rinaldi -, anche in considerazione dello stile di vita e del costo degli immobili».
Poi nella sua nota parla dell’ipotesi-Rho: «Abbiamo verificato quindi che, pur senza interventi di elettrificazione, un treno bimodale collegherebbe Biella a Rho, dove passa la linea rossa della metropolitana, in appena 1 ora e 10 minuti».
Su questo fronte frena però l’associazione dei pendolari: «I bimodali hanno senso solo se si entra in centro a Milano - dice il presidente Paolo Forno -, perché a Rho si può arrivare anche con un semplice treno diesel più capiente: basta essere inseriti da Trenitalia con un contratto di servizio sulla Milano-Torino. Ed è questo il tema più importante: ci dicano che abbiamo gli spazi sui binari e i bimodali per Rho, che come stazione è una buona soluzione, non servirebbero nemmeno».
Sul tema dei bimodali c’è un secondo aspetto piuttosto importante, la ricerca del finanziamento. La Valle d’Aosta, che è prossima all’esordio a febbraio dei sui Stadler rosso e oro, ha speso per ogni singolo treno 9 milioni di euro. Per partire con un Biella-Milano occorrerebbero tre o quattro mezzi per un investimento complessivo previsto tra i 27 e i 36 milioni di euro. «Se il progetto è sostenibile economicamente, ben venga - aggiunge Forno -; ma finora la soluzione non è mai decollata».