Un nostro lettore ha viaggiato nel Passante di Palermo e ha tratto alcune interessanti considerazioni.

"Dopo anni di attesa, un'opera faraonica (si fa per dire) costata fior di miliardi e incompleta, il Passante Ferroviario di Palermo inizia a definirsi meglio.

Il mio viaggio tra le fermate e i vari snodi mi ha permesso di capire quali criticità ancora affliggono un progetto così importante per una città come Palermo.

Il materiale rotabile utilizzato dovrebbe essere l'ETR 425 Jazz (di cui due in livrea aeroportuale, unico esempio in Italia oltre al Leonardo Express di Roma) ma l'insufficienza di convogli spinge a trovare rimedio con Minuetto spesso insufficienti per il servizio, senza dimenticare che la distribuzione dei mezzi sembra essere senza logica, con Jazz vuoti nelle ore di morbida e Minuetto nelle ore di punta.

Il tracciato è assurdo, doppio binario completo fino a Palazzo Reale di cui solo uno utilizzato (con decine di minuti persi dai treni per le precedenze), singolo da Notarbartolo a San Lorenzo Colli (parte incompleta) e poi doppio fino a Punta Raisi.

In quasi tutte le stazioni l'incarrozzamento per disabili è quasi impossibile per la presenza di svariati centimetri di dislivello e distanza tra pedana e piattaforma, le fermate appaiono poi piuttosto anonime per il loro utilizzo (parliamo di fermate cittadine, non extraurbane).

Un esempio è la fermata di Sferracavallo, frequentatissima borgata marinara la cui nuova fermata non ha un collegamento diretto con il ''centro'' obbligando i viaggiatori a percorrere strade semibuie.

L'unica fermata che appare diversa è Francia, con delle gradevoli travi a doppia Y, ma il grigiore e l'anonimo regna sovrano (assurda ad esempio la scelta di non comprendere nella nuova fermata di Lolli l'antica stazione omonima di grande bellezza, la prima di Palermo).

Le fermate Orsa e Maredolce giacciono inutilizzate insieme al raccordo per una fantomatica tratta metroferroviaria, fantomatica come l'assurda gestione di un progetto che potrebbe dare tanto ma è relegato a poco, senza mai essere stato pubblicizzato e senza mai un incentivo all'uso decente, tra il biglietto unico che manca e criticità che macchiano l'immagine di un così importante servizio.

Tra esse la frequenza del sabato pomeriggio quando anziché ogni 30 minuti si ha un treno ogni ora".

Testo e foto di Vito Manno

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