A Milano a metà novembre è in programma una mostra sui graffiti ferroviari, con le foto di trenta scarabocchi su altrettanti mezzi. E scoppia puntuale la polemica.

L'avvio lo diamo proprio noi di Ferrovie.Info. Volutamente non segnaleremo il luogo preciso della cosiddetta mostra per non fare pubblicità ad un evento con cui siamo profondamente in disaccordo. Possiamo dirvi che saranno esposte trenta immagini, scelte tra quelle che i sedicenti artisti scattano per immortalare e rivendicare le loro imprese sui treni di mezza Europa.

Non sarà -purtroppo- questo articolo a fermare il movimento underground che, partito dagli anni '70-'80 in America, ha solcato l'oceano fino a presentarsi prepotentemente anche in Italia sotto forma di vernice spray sui nostri treni a partire dagli anni '90. Troppi i writers all'opera ogni giorno nel nostro paese, troppe le persone che condividono con questo modo di vivere l'espressione della propria personalità.

Le stesse aziende di mobilità mettono in conto di spendere fino a 400mila euro all'anno per ripulire i propri mezzi dall'opera devastante di questi imbrattatori e alcune si sono ormai rassegnate al brutto, allo sporco e anche al pericoloso.

Eppure la scintilla che fa scattare ai writer la voglia di scrivere su un treno è proprio qui: nell'illegalità del gesto, nel mettere la propria firma fuori dal circuito classico di tele o musei. Il dilemma è facile: treni puliti come usciti di fabbrica o dare libero sfogo a contaminazione, creatività, disobbedienza? Noi siamo senza dubbio di parte, ma siamo sicuri che la squadra giusta sia la prima. 

I treni sono un mezzo della collettività, pagati attraverso biglietti e tasse da tutti noi. Non vediamo assolutamente motivi per deturparli con vernici spray. Il tutto senza dimenticare che non mancano ragioni di sicurezza perché un treno sia pulito. Pensiamo ad esempio alla necessità per i soccorritori di trovare subito porte e finestrini in caso di incidente.

Oltretutto, sono veramente pochissimi i graffiti con almeno un flebile senso estetico. Nella maggior parte dei casi si tratta di scarabocchi senza senso di ragazzini che attribuiscono al gesto lo stesso valore di una marachella adolescenziale, come fare un giro sulla macchina del papà o rubare un pacchetto di chewing gum al bar.

Per questo la notizia di questa mostra ci lascia interdetti e delusi. Significa legittimare un'attività che danneggia in primis le aziende di trasporto e successivamente i viaggiatori.

Se proprio i writers vogliono “giocare” ai fuorilegge, ricordiamo che esistono muri e muri di triste cemento attorno alle ferrovie. I treni però, lasciamoli stare così come sono e smettiamola di dare spazio a chi, nel 99% dei casi, non è un artista ma solo un vandalo.

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