C'era da aspettarselo: l'unione tra Ferrovie dello Stato e Alitalia è già nel mirino dell'Antitrust.

Quella prevista è una fusione che necessiterà di una serie di verifiche degli effetti che l’accordo avrà sulla concorrenza.
Il rischio, infatti, è quello che ci sia un effetto anti-concorrenziale nei confronti degli altri operatori nel settore: per questo il Garante della concorrenza dovrà indagare gli effetti dell’accorpamento sul mercato dei servizi. In effetti, sulle tratte Roma-Milano soprattutto, l'accoppiata Ferrovie dello Stato – Alitalia rischierebbe di avere una posizione fin troppo dominante sul segmento Alta-Velocità.

La quota del monopolio, ovviamente, non sarebbe del 100% (c'è sempre NTV a competere), ma l'Antitrust farebbe partire segnalazioni o peggio sanzioni anche con valori percentuali più bassi.

In questi casi, si dovrebbe parlare più correttamente di “concentrazione di mercato”, misurabile con la scala Herfindahl-Hirschman, che nel caso dell'unione Ferrovie – Alitalia rischia di essere molto alto. Più alta la concentrazione di mercato, più ci si avvicina al monopolio totale, quota 100%.

Insomma, senza addentrarci in nozioni tecniche complesse, resta chiaro che il matrimonio delle due società non nasce sotto i migliori auspici. Quella dell'Antitrust rischia di essere l'ennesima ombra su un progetto che continua a non convincere pienamente gli addetti ai lavori.

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