L'annuncio del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, secondo il quale sarebbe stata «trovata la quadra» su Alitalia e «la partnership con FS è a un punto di partenza» ha destato più di una perplessità nel mondo politico ed economico.

Riassume tutto Il Giornale nella sua edizione on line odierna. Secondo il quotidiano "per quanto robuste, le Ferrovie 11,5 miliardi di debito - potrebbero far fatica a digerire un impegno così gravoso: come nota il deputato PD Michele Anzaldi, l'utile delle FS in ciascuno degli ultimi esercizi corrisponde su per giù alla perdita di Alitalia, circa 500 milioni. L'integrazione annienterebbe la profittabilità della rotaia".

Oltretutto "il piano di «rilancio» di Alitalia non è ancora chiaro. Quanto denaro metteranno le FS nella newco al servizio dell'integrazione? Stando all'operazione irlandese, avranno (teoricamente) a disposizione altri 2,5 miliardi, ma è del tutto impraticabile usare i bond per acquistare una società che perde 500 milioni all'anno. Se, com'è più probabile, le FS metteranno in questa prima fase un «gettone» finora ipotizzato in 200 milioni, chi verserà il resto del capitale, visto che per rilanciare Alitalia vanno programmati almeno 2 miliardi cash? Gli «importantissimi contatti» di Di Maio porteranno tutto quel denaro? Se i potenziali investitori sono compagnie straniere anche extraeuropee, acquisterebbero una quota senza poter comandare?".

Un'altra domanda lecita arriva poi sul fronte dell'occupazione. "Ai sindacati è già stato promesso che non ci saranno licenziamenti, quando Lufthansa e EasyJet, per esempio, hanno sempre anteposto a un investimento la ristrutturazione della compagnia".

Non resta che attendere gli sviluppi di una telenovela dalla trama sempre più complicata.

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