Per 150 lavoratori del Terzo Valico lunedì prossimo partiranno le lettere di licenziamento.
La denuncia arriva da Stefano Esposito (Pd), ex vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato, più volte intervenuto sull’argomento.
Esposito accusa il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, di non autorizzare RFI a sbloccare 200 milioni di euro annunciati ieri dal viceministro Edoardo Rixi per il quinto lotto dell’opera. “Dopo la mia denuncia sul blocco dei fondi, oltre un miliardo di euro, Rixi ha annunciato che erano stati sbloccati 200 milioni, oggi spariti per volere del ministro” afferma Esposito.
“Il ministro Toninelli, al contrario di quanto promesso dal suo vice, non ha fatto partire la lettera per autorizzare RFI a sbloccare la prima parte dei fondi per il quinto lotto a favore del Cociv”, il consorzio per la progettazione e la costruzione della Linea Ferroviaria ad Alta Velocità che collega Genova con il Nord Europa.
“Spiace constatare – prosegue Esposito – che il viceministro Rixi, ma soprattutto Genova e la Liguria, vengano prese in giro dal ministro Toninelli”.
Ed è al ministro Toninelli che i sindacati imputano la responsabilità di “rendere vana la clausola sociale che avrebbe assicurato l’immediata riassunzione del 150 lavoratori, così come degli altri 250 per cui prevista la fine del rapporto con Cociv”, come spiega Fabio Marante, segretario ligure di Fillea Cgil. In base alla normativa, al raggiungimento del 40% del totale dell’investimento pubblico il general contractor non può più svolgere attività direttamente o tramite sub-affidatari, per questo come ricorda il sindacalista “in accordo con Cociv si erano costituite le condizioni per garantire la riassunzione dei lavoratori da parte delle imprese aggiudicatarie delle gare”.
Il blocco dei finanziamenti per un miliardo e 60 milioni per il quinto lotto e la scomparsa dal decreto Genova degli oltre 700 milioni per il sesto renderanno vane queste garanzie “lasciando a casa non solo i 150 licenziati da lunedì, ma tutti i lavoratori del Terzo Valico. Un’ipotesi inaccettabile contro la quale siamo pronti – spiega Marante – ad ogni iniziativa”.
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