RFI è stata multata dall'Autorità di regolazione dei trasporti e dovrà pagare 620 mila euro per non aver avvertito tempestivamente le società ferroviarie diverse da Trenitalia dell'adeguamento del sistema dei binari che avrebbe permesso di far viaggiare i treni oltre i 300 chilometri orari.
Tecnicamente, RFI viene multata per «non aver assicurato condizioni eque e non discriminatorie sull'accesso alla rete». La delibera è la numero 78 del 2018 è stata pubblicata ieri sul sito dell'Authority dopo essere stata innescata da una denuncia presentata da Italo-NTV nel 2017.
Secondo l'Authority, «RFI ha omesso di fornire, ovvero l’ha fatto in maniera parziale e tardiva, le dovute informazioni sull’upgrade che si era prefissa di attuare, compromettendo - così - in maniera grave il futuro accesso all’infrastruttura da parte di imprese ferroviarie diverse da Trenitalia».
Secondo quanto ricostruito dall'Authority, RFI avrebbe iniziato a lavorare all'upgrading della rete dal 2013, ma in concreto «il mercato ferroviario, ad eccezione di Trenitalia, è stato messo in grado di accedere all’informazione d’interesse - sia pure non totalmente trasparente, in quanto decontestualizzata dal punto di vista temporale - solo, per quanto riguarda Italo-NTV, nel 2017 e, per quanto riguarda le altre imprese, nel 2018.
La circostanza, poi - recita la delibera di ART - che l'acquisto, dei treni ETR 1000 (ETR 400 - Frecciarossa 1000 ndr) da parte di Trenitalia fosse riconducibile ad una politica di gruppo finalizzata ad ottenere l'impiego, su una infrastruttura potenziata allo scopo, di treni sulle linee AV con velocità decisamente superiori a quella massima allora consentita, rende particolarmente grave l'illecito consumato. La sanzione deve essere pagata entro il termine di 30 giorni dalla data di notifica del provvedimento, contro cui RFI può fare ricorso ordinario al TAR o ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.