Continua la polemica politica sul destino della TAV Torino-Lione.
Questa volta a prendere posizione è il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino che ha rilasciato in merito un’intervista al quotidiano on line la Repubblica.it.
Dice Chiamparino: “Se il governo bloccherà la Torino-Lione io sono pronto ad andare fino in fondo e convocare un referendum popolare. Sono pronto a farlo, anche se mi auguro che il governo non prenda una decisione così folle come quella di bloccare una ferrovia che è strategica sotto tutti i punti di vista: economico, ambientale e culturale. Bloccarla significa isolare il nord ovest - aggiunge - Mi aspetto che Toti e Fontana battano un colpo. Se si dovesse mai davvero bloccare la Torino-Lione, anche le altre grandi opere, a partire dal Terzo Valico e dalla Pedemontana, sarebbero da rivedere, perché perderebbe forza il progetto di piattaforma logistica del Nord Ovest”.
Continua Chiamparino: “Un incontro di tutte le rappresentanze economiche, sociali, istituzionali e politiche per far risuonare chiare e forti le voci della società piemontese a favore dell'opera. E' indispensabile un moto d'orgoglio - dice il presidente - che impedisca che la nostra regione venga messa ai margini di tutte le relazioni economiche, nazionali e internazionali”.
Primo a raccogliere l'appello è il governatore della Liguria, Giovanni Toti: “Mi auguro che il governo rinunci a prendere decisioni affrettate e ragioni con attenzione su tutte le grandi opere, a partire da quelle del Nord Ovest. Lombardia, Liguria e Piemonte, già da tre anni hanno istituito una cabina di regia che coinvolge i principali player di questo sistema per coordinare le proprie politiche di sviluppo - evidenzia Toti -. Fermare la modernizzazione del paese vorrebbe dire condannarlo alla marginalità e al sottosviluppo”.
Intanto anche il fronte delle imprese simobilita. Lunedì sarà convocato a Torino un incontro con tutti le forze politiche, economiche e sociali del Piemonte per “ribadire che la TAV è fondamentale e bloccarla significa distruggere il futuro di questo territorio” dice il segretario generale di Confidustria Piemonte Paolo Balistreri. E Dario Gallina, presidente dell'Unione industriale di Torino, aggiunge: “Siamo allibiti di fronte valzer di posizioni sulla TAV, siamo fortemente preoccupati dall’inquietante piega che sta prendendo la situazione. Bloccare la TAV per il nostro territorio e il nostro Paese sarebbe una disgrazia, un gesto autolesionistico che condurrebbe a un progressivo e inevitabile isolamento del Nord Ovest, a sostenere dei costi scandalosi in quanto inutili, oltre che a una sempre più drammatica perdita di credibilità a livello internazionale”.
A schierarsi contro il blocco delle grandi opere anche Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, che affermano: “I bisogni del Paese prima di campagne elettorali permanenti che non servono a lavoratori e cittadini”. “L'alta velocità/alta capacità così come il passaggio da gomma a ferro o ai corridoi del mare - spiegano in una nota congiunta i segretari generali delle tre federazioni, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi - sono una sfida fondamentale per un Paese che muove ancora il 90% delle merci con un inquinante e costoso trasporto su tir. La connessione con i grandi corridoi europei è parte indissolubile del rilancio delle nostre aziende manifatturiere e non solo e per rompere l'isolamento delle aree interne. Le infrastrutture servono al Paese per ridurre quel costo aggiuntivo che limita la nostra capacità competitiva”.
“Queste - proseguono i sindacalisti - le ragioni per andare avanti con la Torino-Lione, queste le ragioni per evitare di aggiungere al danno (la mancata realizzazione), la beffa di far pagare ai cittadini oggi le penali contrattuali, domani la mancanza di competitività”.