Scatta il classico totonomine dopo che il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha azzerato i vertici di FS.
Per il successore dell'a.d. uscente Renato Mazzoncini i candidati non mancano. I nomi in ballo sarebbero quelli di Giuseppe Bonomi (ex a.d. di Sea) e Massimo Sarmi (ex a.d. di Poste) ma nella lista ci sarebbe anche l'attuale a.d. di RFI Maurizio Gentile.
Toninelli ha deciso di azzerare il Cda di FS, in scadenza in primavera e rinnovato a fine 2017 dall'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni.
Secondo fonti del Mit, non si potrebbe derubricare la decadenza del Cda come "un'occupazione di poltrone", ma sarebbe stato il Consiglio di amministrazione che avrebbe in qualche modo costretto, "con le sue prese di posizione, il governo a questo tipo di provvedimento". "Lo statuto avrebbe previsto l'automatica decadenza dopo il rinvio a giudizio per truffa dell'a.d. Mazzoncini e il Cda non ha voluto ottemperare a questa regola etica. Per noi del Movimento 5 Stelle, però, la trasparenza rappresenta un valore imprescindibile per chi lavora al servizio dei cittadini", hanno sottolineato i deputati del M5S in commissione Trasporti alla Camera.
Reazioni contrapposte da parte della politica. Soddisfatti ovviamente M5S e Lega, mentre il PD passa all'attacco. "È una spartizione selvaggia - dice il capogruppo al Senato Marcucci - che fa impallidire quelle della Prima Repubblica".
Di certo ha pesato moltissimo la questione della fusione Anas-FS per la quale, dopo giorni di tira e molla, la decisione sembra finalmente presa: manca ancora qualche studio dai tecnici, "ma non c'è alcun motivo per tenere insieme FS e Anas", ha detto Toninelli.
Intanto il governo mette fretta a ferrovie visto che con una lettera indirizzata al cda e firmata da Mit e Mef si chiede di provvedere "alla convocazione d'urgenza dell'assemblea dei soci per lo svolgimento di un'assemblea in forma totalitaria da tenersi entro il 31 luglio prossimo".