Molte le novità in arrivo per i treni in Umbria, alcune decisamente buone, altre meno.

Oltre al contratto tra Regione e Trenitalia della durata di 15 anni – 10 più cinque di proroga – che garantisce, da parte dell’azienda, un piano di investimenti per il rinnovo del materiale rotabile, a fronte di un esborso, da parte della Regione, di poco più di 50 milioni di euro, ci sono novità anche per l’alta velocità a Spoleto e per il passaggio della FCU ad RFI.

Inoltre, come ha annunciato il vicepresidente della giunta Fabio Paparelli, la Regione sta lavorando per avere treni veloci anche sulla direttrice Foligno-Spoleto-Terni-Roma in andata e ritorno, e ha anche avviato l’iter per rendere possibile il trasferimento della gestione della Ferrovia Centrale Umbra ad RFI.

E’ scritto in una nota della Regione che: “L’obiettivo in quest’ultimo caso è di avviare concretamente il percorso finalizzato all’affidamento in concessione della rete e al successivo trasferimento e inserimento nel perimetro dell’Infrastruttura Ferroviaria Nazionale, anche per dare il via al progressivo adeguamento della rete agli standard nazionali”.

L’operazione sarà articolata in due fasi: la prima, quella transitoria della durata di 4-5 anni, nella quale RFI si impegnerà ad effettuare una serie di interventi finalizzati all’adeguamento progressivo dell’infrastruttura e dell’impiantistica agli standard nazionali, la seconda, quella conclusiva, volta a garantire l’adeguamento completo ai predetti standard RFI nonché alle prescrizioni dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF).

L’accordo prevede impegni ed obblighi da parte dei soggetti sottoscrittori tra i quali quello a carico del MIT relativo al finanziamento di tutti gli interventi necessari a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione del nuovo settennato.

In merito al Frecciabianca a Spoleto, l’assessore Paparelli dice che: “Nel contratto c’è scritto che le parti si impegnano a trovare soluzioni idonee ed efficaci per potenziare con due Frecciabianca che consentano di collegare Terni e Spoleto con Roma in orari compatibili con le necessità delle persone e delle imprese”.

Regione e Trenitalia si impegnano anche a “ricercarle soluzioni più adeguate” per i collegamenti in direzione Roma, sull’asse Foligno-Spoleto-Terni lungo la direttrice Roma-Ancona, nonché il migliore coordinamento ed eventuale potenziamento dei servizi in direzione nord per una ottimale connessione con l’alta velocità. La fermata del Frecciabianca a Spoleto potrebbe dunque diventare realtà.

“Accolgo con entusiasmo - la nota del consigliere regionale Marco Squarta - la volontà di ripristinare la fermata del Frecciabianca a Spoleto e auspico che il collegamento diventi realtà nel più breve tempo possibile. Nei mesi scorsi ho presentato una mozione per collegare il traffico ferroviario di Perugia con le più importanti città del Sud Italia facendo diventare in questo modo facilmente raggiungibili le città di Roma, Napoli, Salerno, Lamezia Terme e Reggio Calabria mediante l’arretramento del Frecciargento Roma Termini-Reggio Calabria nel capoluogo umbro, come già avvenuto per il Frecciarossa arretrato da Arezzo verso il Nord. Studi tecnici dimostrano che questo progetto può essere portato avanti senza problemi. Viaggiare con un treno diretto in sole sette ore -conclude - rappresenterebbe un’enorme opportunità, sia per i tanti calabresi che vivono in Umbria, sia per i numerosi perugini che spesso rinunciano a visitare posti meravigliosi proprio a causa dell’assenza di collegamenti comodi verso il Sud Italia”.

Certo invece l’aumento del materiale rotabile, con l’arrivo di dodici nuovi treni per l’Umbria. L’accordo 10+5 raggiunto da Trenitalia e Regione prevede per quest’ultima un investimento di 50 milioni di euro, mentre per l’azienda l’investimento è di 227 milioni. I primi quattro treni arriveranno nel 2021, gli altri otto nel 2022.

A fronte di tante novità positive, c’è pero purtroppo una notizia meno buona, perché nel contratto sono previsti aumenti delle tariffe degli abbonamenti: dopo una partenza soft – l’1.5% nel 2018 – si sale a 3.9 nel 2019, 3.8 nel 2020, 6.8 nel 2021, 6.6 nel 2022, 6.2 nel 2023, per poi assestarsi al 4% dal 2024 al 2032.

Ma, secondo Squarta, è vero che “Questo contratto comporterà qualche rincaro per i pendolari”, ma questo sarà “certamente tollerato qualora il servizio offerto risultasse perfetto e inappuntabile. D’altronde anche il Frecciarossa per Milano aveva suscitato numerose polemiche ma i 188 passeggeri al giorno confermano la bontà dell’operazione per la quale ci siamo battuti fin dall’inizio e il numero dei viaggiatori potrebbe perfino indurre ad un abbassamento del prezzo del biglietto”.

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