Arriva lo stop per i viaggi a 350 km/h sulle nostre linee AV, vecchio pallino di Trenitalia e di NTV.

Secondo quanto appurato da la Repubblica di oggi, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Ansf, l'agenzia per la Sicurezza ferroviaria, archiviano per sempre i test che dovevano alzare la velocità media dei convogli Frecciarossa e Italo.

Due circolari, una del Mit e una successiva dell'Ansf inviate nei giorni scorsi a Rete Ferroviaria Italiana hanno chiarito che i test a 350 all'ora più un 10% di tolleranza per verificare l'effettiva tenuta di treni e strutture, non si faranno. I macchinisti scelti per provare nelle condizioni limite e i convogli e le tratte selezionate per effettuare le prove non serviranno più né per tagliare gli orari di qualche minuto e nemmeno per recuperare i ritardi come era stato ipotizzato qualche mese fa.

I motivi, secondo il quotidiano, sembrerebbero squisitamente tecnici oltre che pratici: sarebbe troppo faticoso e oneroso mettere sui binari dei test notturni che costano energie e denaro per ridurre di 10 minuti il tempo utile per andare da Roma a Milano e magari abbassare il viaggio a 2 ore e 40.

Oltre a questo ci sarebbero dei problemi che ci erano già stati manifestati durante la corsa inaugurale del Frecciarossa 1000, che potevano mettere a rischio le prove sui binari.
Negli anni scorsi nei test effettuati per poter arrivare agli attuali 300 all'ora, la massicciata sistemata tra i binari per rendere "elastici" gli eventuali micro-spostamenti dovuti al passaggio dei treni a 300 all'ora aveva creato dei problemi con il materiale che veniva risucchiato verso la cassa degli ETR 500 danneggiando pesantemente le carrozze.
Allora - sempre secondo la Repubblica - si pensò ad una soluzione tampone ma efficace che funziona ancora oggi: ovvero "incollare" la massicciata per non farla saltare al passaggio dei convogli. 

Ma in questo caso i test sarebbero stati molto più rischiosi per l'effetto moltiplicatore dovuto all'aumentare della velocità e quindi tutto sarebbe stato annullato con l'obiettivo di recuperare minuti in altra maniera, ad esempio intervenendo sulla fluidità della circolazione più che sull'aumento della velocità.

L'articolo integrale è disponibile cliccando qui.

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