Il Comitato per il Trenino Verde ha presentato ieri alla Regione un protocollo d’intesa tra Regione stessa, sindaci, operatori turistici e associazioni culturali per valorizzare la ferrovia a scartamento ridotto che collega i piccoli paesi dell’interno alle località balneari della costa, gestita dall’Arst.

«È da tempo che chiediamo al presidente Francesco Pigliaru di mettere nero su bianco le cose da fare – ha detto il portavoce del Comitato, Paolo PisuRegione e Arst dicono che il Trenino Verde è il secondo attrattore turistico della Sardegna, dopo la Costa Smeralda. Le sue potenzialità sono enormi, non si può continuare a perdere altro tempo, serve un piano generale per la sua valorizzazione».

Del resto non c’è alcun dubbio che le zone attraversate dal Trenino Verde siano tra le più suggestive al mondo e per questo la delegazione del Comitato ha presentato alla Regione un progetto di rilancio e valorizzazione della ferrovia.

Tra le richieste, la ripresa immediata dell’esercizio ferroviario nelle quattro tratte del Trenino Verde, l’acquisto di nuovi treni destinati al servizio turistico, incentivi per i viaggi culturali, il completamento del dossier per la candidatura delle ferrovie turistiche sarde a patrimonio dell’Unesco, la concessione delle stazioni ferroviarie e dei caselli ai singoli Comuni per inserirli nella programmazione territoriale e trasformarli così in centri di accoglienza per i turisti e per la vendita di prodotti locali.

Gli operatori turistici, inoltre, sollecitano certezze sui tempi dei servizi e sulla disponibilità dei treni. Al termine dell’audizione, il presidente Luigi Lotto ha annunciato la convocazione in Commissione degli assessori regionali dei Trasporti, Carlo Careddu, e del Turismo, Barbara Argiolas, e dell’amministratore unico dell’Arst, Chicco Porcu.

Intanto il Trenino Verde è ancora fermo anche se una ripartenza potrebbe avvenire il prossimo 1 maggio. «Lo stop – ha spiegato l’amministratore unico dell’Arst Chicco Porcu – si è reso necessario dopo l’approvazione da parte del Parlamento della legge sul trasporto pubblico che impone standard di sicurezza elevati, anche per le reti a scartamento ridotto, come il trenino verde». L’Arst ha presentato al ministero dei Trasporti un piano che prevede misure di sicurezza meno restrittive di quelle previste dalla legge nazionale anche perché «il trenino verde non può essere paragonato a un treno della rete nazionale. I treni turistici viaggiano a 10, massimo 30 chilometri all’ora, per questo abbiamo chiesto al ministero dei Trasporti una deroga alle norme di sicurezza imposte dalla nuova legge. D’altronde non è possibile automatizzare tutti i passaggi a livello».

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