Nei nostri periodici resoconti sul materiale rotabile che va a sparire, siamo spesso orientati a guardare i mezzi più appariscenti, mentre stavolta vogliamo dedicarci ad un Gruppo che molto lentamente si sta riducendo lontano dal clamore.
Stiamo parlando delle D.445, ultime macchine Diesel costruite per le Ferrovie dello Stato e se vogliamo ultimo Gruppo ancora a calcare in maniera regolare il nostro palcoscenico ferroviario dopo gli accantonamenti delle D.343, delle D.345 e delle D.443.
Come sappiamo, le D.445 sono state costruite in tre serie per un totale di 150 unità tra il 1974 ed il 1988 e nella loro carriera hanno prestato servizio davvero in ogni parte della penisola fino ai giorni nostri.
Oggi sono ancora macchine importanti, basti pensare che a loro è affidata la trazione ad esempio degli Intercity lungo la Linea Jonica, ma sono sempre di più le unità che sono state ultimamente accantonate o avviate alla demolizione.
Come sempre, per dare un riferimento concreto alle parole, attingiamo dai nostri elenchi, stilati grazie ad avvistamenti e segnalazioni che sebbene come diciamo sempre non siano da prendere per oro colato, danno senza dubbio un'istantanea piuttosto precisa della situazione.
Attualmente della prima serie, costituita dalle D.445.1001÷1035, risultano demolite o in attesa di demolizione 12 unità.
Della seconda serie costituita dalle D.445.1036÷1055 sono invece 4 le macchine non più circolanti a vario titolo o demolite.
Per quanto riguarda la terza serie costituita dalle D.445.1056÷1150, invece, sono 14 quelle che hanno già raggiunto la fiamma ossidrica o sono in attesa di raggiungerla.
Al netto di questi numeri, su 150 locomotive costruite, 30 risultano oggi non più in servizio, ossia il 20% del totale.
Si tratta di un numero che ancora non spaventa ma è chiaro come anche in questo caso il conto alla rovescia sia iniziato già da un po' e del resto la stagione in arrivo non aiuterà, visto che ultimamente più di un esemplare è stato distolto dal servizio in seguito a incendi.
Probabilmente le unità superstiti dureranno ancora qualche anno, soprattutto nelle roccaforti della Toscana, del Veneto, della Sardegna, della Puglia e della Calabria, ma è chiaro che a 43 anni di distanza dall'entrata in servizio delle prime unità, sia giunto il momento di pensare alle loro eredi, sempre che l'intenzione non sia quella di rinunciare del tutto al materiale ordinario per puntare su composizioni bloccate a trazione Diesel.
O di elettrificare sempre più linee attualmente a trazione termica.