Non cessano i disagi in Francia per lo sciopero dei treni che in qualche modo coinvolge anche il nostro paese.
Il traffico dei treni si preannuncia "molto perturbato" nella giornata odierna, anche se in lieve miglioramento rispetto a mercoledì scorso, quando ha circolato solo un TGV su sette.
Oggi, invece, secondo le previsioni annunciate alla vigilia dalle Ferrovie Francesi, dovrebbe viaggiare un TGV su cinque, un Transilien e un Ter su tre e un Intercity su sei. Sui percorsi internazionali, principalmente Thalys ed Eurostar, partiranno invece tre treni su quattro.
La problematica sta ovviamente inficiando anche i convogli che giungono in Italia con TGV fermi più del solito a Milano Porta Garibaldi e convogli Thellò notturni soppressi e sostituiti con autobus e comunque limitati tra Venezia e Milano.
Intanto un sondaggio Ifop per il Journal du Dimanche realizzato tra il 5 e il 6 aprile ha detto che il 62% dei francesi sostiene la riforma delle ferrovie avviata dal governo mentre la linea dura adottata dall'esecutivo contro gli scioperi viene giudicata positivamente dal 69% dei cittadini francesi. Inoltre, il 56% considera ingiustificati gli scioperi e la mobilitazione, contro il 44% che pensa il contrario. Tutte le percentuali stanno crescendo, da fine marzo, verso la decisione del governo.
Il progetto di Macron prevede che le tre divisioni industriali e commerciali - SNCF (gestione), SNCF Mobilitès (treni) e SNCF Rèseau (linee ferroviarie) - diventino una "società statale, quotata in Borsa" - i cui titoli tuttavia non sarebbero assegnabili - e più integrata. Il modello preso come riferimento è quello delle Deutsche Bahn tedesche, una holding che supervisiona i diversi settori dedicati alle varie attività anche se sarebbe ancora incerto il destino delle stazioni, se ancora nel gruppo o autonome.
Con un debito enorme, la società francese dovrà affrontare a breve anche la concorrenza. Inizialmente, solo le regioni saranno interessate, ad eccezione dell'Ile-de-France, che potranno organizzare gare d'appalto a partire dal dicembre 2019, ma continueranno anche ad aggiudicare i contratti direttamente alla SNCF fino alla fine del 2023, con durata massima di 10 anni.
L'apertura sarà invece estesa come da programma ai TGV da dicembre 2020. Nell'Ile-de-France, IDF Mobilitès avrà la stessa scelta per le nuove linee create tra il 2019 e il 2023. Le altre linee, esclusa la RER (Rete Espressa Regionale), potranno essere aperte gradualmente tra il 2023 e il 2033 con la RER che entrerà in concorrenza più tardi.
Ad agitare i lavoratori è però soprattutto il ben noto statuto dei ferrovieri che rappresenterebbe il 30% dei costi aggiuntivi rispetto a quello dei suoi concorrenti. Attualmente esso riguarda 131.000 persone su 147.000 dipendenti ed è un qualcosa su cui il governo vuole pesantemente intervenire. A partire da una data che resta ancora da specificare, i nuovi lavoratori saranno infatti assunti in un quadro contrattuale diverso da quello attuale che resta tuttavia ancora poco chiaro.
Foto di Luca Faggi e Andrea D'Albero