Nelle giornate del 7 ed 8 aprile si sono svolte presso il Deposito Rotabili Storici di Pistoia, due giornate a porte aperte, le prime successive alla ristrutturazione che ha costretto il deposito a chiusura forzata per circa due anni.

Gli orari di visita andavano dalle 9:30 del mattino alle 18:30 del pomeriggio e associata alla visita al Deposito c'era la possibilità di viaggiare a bordo di un treno elettrico d'epoca lungo la altrettanto storica ferrovia Porrettana fino a Porretta Terme, con partenza da Pistoia alle 10:20 e rientro alle 15:55.

Per i visitatori ci sono state diverse attrazioni e curiosità. In primo luogo la dimostrazione di funzionamento di una gru ferroviaria, giunta appositamente da Firenze Osmannoro nel pomeriggio del 5 aprile, che ad intervalli regolari ha sollevato la locomotiva 740.286, non al meglio delle sue condizioni estetiche. 
Purtroppo, per una dimenticanza che può succedere, il primo giorno chi ha potuto visitare l'esposizione solo nel pomeriggio non ha potuto assistere alla prevista dimostrazione delle 17:00.

Nell'edificio in ingresso del Deposito vi era poi una magnifica esposizione di plastici ferroviari funzionanti, in buona parte in scala H0 (1:87), provenienti dal plastico della Porrettana, ma anche modelli di grandi scale (1:22,5).
Sempre in questo edificio era poi possibile acquistare pubblicazioni ferroviarie, cartoline o altri gadget, magliette, fischietti, spille e cappellini. Per gli amanti della filatelia era invece possibile entrare in possesso del francobollo dei 100 anni delle Ferrovie dello Stato con annesso annullo filatelico, con un acquisto che avveniva niente meno che in un magnifico bagagliaio postale storico.

Altra attrattiva degna di nota è stato il circuito a vapore vivo, in una zona un po' esterna ma facilmente riconoscibile vista la folla di bambini desiderosi di viaggiare sui trenini a vapore in scala funzionanti realmente ed è inutile dire che anche ai più grandi questi “piccoli spettacoli” hanno ispirato curiosità, simpatia ed un po' la voglia di tornare bambini per farsi un giro su quei vagoncini per 20 metri di binari.

Proseguendo nell'impianto si è poi andati incontro ad altri grandi classici della Fondazione, quali la E.656.023, recentemente ridipinta e che di certo coi suoi colori vivaci non è passata inosservata, posta vicina alle più cupe ma sempre imponenti D.342.4010 e 746.038, quest'ultima restaurata esteticamente apposta per l'occasione con la speranza di rivederla un giorno in pressione.

Il cuore del deposito è stato poi ovviamente la piattaforma girevole, attorno alla quale sono state poste il grosso delle locomotive a vapore, tra le quali la 940.008, una 835, e due 640 accese, la .003 e la .121, emananti fumi neri, profumo di ferrovie e di un'epoca passata che è tornata a vivere sebbene per poche ore.

Arrivando sul fondo dell'impianto ci si poteva poi affacciare sull'edificio più grande ma anche su quello su cui maggiormente si sono potuti ammirare i lavori di restauro.
Basti pensare che nel 2014 quest'area del Deposito non fu visitabile poiché non agibile, in questi giorni invece, con un'estetica che ha ricordato la Squadra Rialzo di Milano Centrale, è stato uno dei momenti che ha colpito maggiormente durante la visita.
Dinanzi ad essa hanno trovato posto le ALn 668.1401 e .1452, la E.424.005 ormai purtroppo non più funzionante e le rimanenti carrozze del treno gru, tra cui un refettorio UIC-Y ed una carrozza letti WL.

 

Nella struttura trovano alloggio poi le due “Littorine” ALn 772.3265 e ALn 556.2331 costruite rispettivamente da OM e Breda, al centro una carrozza Centoporte sollevata dai suoi carrelli grazie all'elevatore di recente ripristino funzionale, la 740.244 nel pieno di una revisione e il famoso tornio, anch'esso restaurato in tempi recenti per questo Porte Aperte, mentre in un angolino quasi di nicchia erano presenti tre automotori di Badoni, tra cui una “sogliola” ed un “sogliolone” del Gruppo 211.

Nel pomeriggio, alle 17:30 è arrivato poi uno dei momenti più attesi, la “giratura” di una locomotiva a vapore sulla piattaforma girevole nel cuore del Deposito.
Anche qui, lo spettacolo ha attirato decine di curiosi visitatori anche se nella dimostrazione del sabato ci vorranno sei minuti per compiere tutta l'operazione e per poco non si è rischiato di ripetere il flop della gru poiché la piattaforma non ha mancato di incepparsi durante l'operazione, che comunque alla fine si è svolta correttamente.

Le giornate Porte Aperte di Pistoia 2018 sono state per moltissimi visitatori un evento di rara bellezza, completo di tutto e in effetti dal punto di vista organizzativo non c'è davvero nulla da obiettare poiché le attrazioni erano numerose così come il numero di rotabili esposti.

 

Per un appassionato o per un ferroamatore più avvezzo a questi eventi sorgono tuttavia diverse riflessioni e viene spontaneo chiedersi se questo evento non sia stato leggermente sottotono rispetto a quanto auspicato.

Chi segue il mondo dei treni sa quanti e quali siano gli ultimi lavori portati a termine dalla Fondazione FS e uno per tutti è il ripristino della E.632.030 che è sicuramente un piccolo gioiello e una novità che sarebbe stato bello vedere da vicino.
In secondo luogo in altre manifestazioni analoghe a La Spezia o a Milano il servizio di ristorazione veniva offerto a bordo di vere carrozze ristorante WR, o in livrea Trans Europe Express o in livrea bandiera, mentre in questo caso ci si doveva recare presso il dopolavoro ferroviario, a pochi metri dal deposito e dalla stazione.
Nulla di male, sia chiaro, ma se è stato fatto in altre manifestazioni, non c'era proprio verso di ripetere questa organizzazione anche a Pistoia? Nemmeno nel 2014 si fece, ma occorre ricordare che in quella occasione mezzo deposito era inagibile.
E proprio con l'edizione del 2014 che si chiude la riflessione. Un'edizione di Porte Aperte, quella, in cui vennero esposti rotabili di notevole interesse quali la “Pirata” E.428.226, la E.646.028, la D.343.2026 e perfino una locomotiva trifase, la E.431.027 giunta appositamente da Savigliano con un trasporto tanto straordinario quanto difficoltoso.

 

In conclusione, l'edizione 2018 del Porte Aperte di Pistoia è stata un'occasione per moltissimi profani di avvicinarsi alle ferrovie, in un paese con una grande tradizione e storia ferroviaria che è giusto conservare e perpetrare, ma per un appassionato o un esperto medio, questa manifestazione è stato un modo di trascorrere il sabato pomeriggio con amici, anche lontani ed in un modo differente ma che ha lasciato l'amaro in bocca pensando a quante altre cose di sarebbero potute fare.

Foto di Matteo Burroni e Michael Carli, testo di Salvatore Romano d'Orsi

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