"Stop al Trenino Verde, patrimonio universale della Sardegna. Il governo e l'inutile regione hanno deciso: non si parte più. Adesso la scusa è una legge dello Stato, quella sulle tratte ferroviarie turistiche".

"Una legge sponsorizzata dal Pd e che adesso lo stesso Pd usa per bloccare per sempre il trenino verde. Siamo dinanzi ad una vergognosa decisione comunicata in queste ore agli operatori turistici. Una lettera dell'amministratore dell'Arst ha messo nero su bianco la decisione: il trenino verde non può partire. La motivazione è pura follia ed è scritta nella comunicazione dell'azienda regionale: "la paradossale conseguenza che nelle uniche ferrovie di proprietà regionale - non dismesse né sospese, già definite "turistiche" da una legge della Regione Sardegna e continuativamente in esercizio da oltre un secolo (!) e da circa 20 anni con programmazione esclusivamente turistiche - non possa più esercitare l’operatore storico in quanto privo della
specifica licenza ferroviaria prevista dalla nuova norma". Dunque, la legge promossa dal Pd, applicata dal Pd, ottiene l'effetto contrario a quello voluto. Siamo dinanzi ad una cialtronesca gestione della vicenda che mette su di un binario morto un patrimonio immenso e unico come quello del trenino verse della Sardegna. Occorre reagire con urgenza ed evitare che il disastro si compia sino in fondo con la distruzione definitiva del patrimonio".

Lo ha denunciato stamane sulla sua pagina Facebook il leader di Unidos Mauro Pili dopo aver incontrato operatori del settore e amministratori dei territori interessati.



"La missiva dell’Arst agli operatori è chiara al punto 4 dove si esplicita: Normative che Impediscono il Riavvio dell’Attività. La nota dell’azienda regionale recita: Come sapete l’attività del Trenino Verde è ancora bloccato dagli effetti della legge 128 dello scorso agosto 2017, che ha istituito le linee ferroviarie turistiche. L’impulso alla promulgazione di questa legge - che ha avuto un lungo iter approvativo - è stato alimentato dall’interesse nei confronti di queste ferrovie da parte di diverse associazioni che operano nel campo del turismo ferroviario e che hanno inteso così promuovere una norma di legge di settore in grado di salvare dal definitivo abbandono e smantellamento la gran parte delle ferrovie riportate nella legge. Per ragioni che non sono state ancora rappresentate, l’esercizio di queste infrastrutture ferroviarie di grande pregio storico e turistico, è stato riservato alle sole imprese ferroviarie ai sensi del decreto legislativo 15 luglio 2015 n° 112 (relativo alle sole ferrovie interconnesse). Da ciò è scaturita la paradossale conseguenza che nelle uniche ferrovie di proprietà regionale - non dismesse né sospese, già definite "turistiche" da una legge della Regione Sardegna e continuativamente in esercizio da oltre un secolo (!) e da circa 20 anni con programmazione esclusivamente turistiche - non possa più esercitare l’operatore storico in quanto privo della specifica licenza ferroviaria prevista dalla nuova norma".

"La legge – prosegue l’arst - ha, inoltre, messo la ferrovia turistica sotto vigilanza di ANSF a cui spetta il compito di definire le regole per il l’esercizio in sicurezza. ANSF ha prescritto una serie di obblighi (tipo automazione di tutti i PL) di fatto impossibili da rispettare senza investimenti ingenti. Lo scorso mese di gennaio abbiamo scritto ad ANSF proponendo una serie di misure mitigative equivalenti, ma non abbiamo ancora avuto risposta".

"Si tratta di un disastro per operatori e cooperative che su questo straordinario mezzo avevano costruito una ricaduta economica e occupazionale – ha denunciato il leader di Unidos. Ora la negligenza e la cecità politica di questa giunta regionale e dello stesso governo italiano sta distruggendo un patrimonio unico nel suo genere che deve essere riconosciuto patrimonio dell’Umanità e inserito immediatamente nell’elenco dei beni a rischio e da salvare predisposto dall’Unesco. Occorre una mobilitazione perché il trenino verde è il più importante strumento di connessione tra le coste e le zone interne. Un motore di sviluppo integrato unico nel suo genere in grado di generare crescita e occupazione. La mancata manutenzione di questi anni, l’assenza di un piano di gestione, una legge devastante sta portando questo patrimonio ad una rapida e inesorabile agonia. Ora bisogna reagire. E già dai prossimi giorni – ha concluso Pili - avvieremo una mobilitazione importante non solo regionale per salvare il trenino verde e la sua straordinaria rete ferroviaria che attraversa i luoghi più esclusivi della nostra terra".

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