Si mette il punto, almeno per ora, sulla riattivazione della stazione di Vigna Clara a Roma.
Con le ragioni di rischi per le abitazioni limitrofe, mancanza di valutazione d’impatto ambientale e “apparente assenza” di atti autorizzativi per l’opera, il Tar del Lazio ha nuovamente bloccato l’attivazione della stazione e del collegamento da questa a Roma Ostiense.
L’opera è ferma ormai dal 1990, anno in cui fu programmata la prima apertura in occasione dei mondiali di calcio. Il Tribunale del Lazio, con una sentenza avvenuta a seguito di due ricorsi (del 2002 il primo e del 2015 il secondo) ha dato ragione a sei residenti della zona e ad una clinica del posto. I ricorrenti contestavano a RFI una serie di carenze progettuali che avrebbero causato, tra le altre cose, eccessive vibrazioni indotte dal traffico ferroviario e rischi per “le fondazioni dei palazzi limitrofi”.
Viene quindi meno la possibilità per la maggior parte degli abitanti di quel quadrante a nord della Capitale di avere una ferrovia che li colleghi con il resto della città. Lo stop, infatti, non durerà meno di altri due o tre anni nella più ottimistica delle previsioni. Si legge nella sentenza: “Le amministrazioni competenti” potranno “attivare daccapo e secondo le leggi oggi vigenti, tutti i necessari procedimenti di verifica di impatto ambientale al fine di addivenire a quanto è per legge necessario per realizzare la (già) progettata modifica funzionale della linea ferroviaria, con il suo potenziamento ed i descritti aumenti di carico i quali”.
In tutto questo è probabile che RFI faccia le modifiche richieste e ricorra al Consiglio di Stato ma anche in questo caso occorre attendere i tempi della giustizia che saranno necessariamente lunghi.
L'ennesima occasione sprecata per una città che muore di traffico e che da anni attende la chiusura di un anello ferroviario che ormai ha la stessa possibilità di essere visto del leggendario cosmopavone.