Tragedia ieri a Napoli nella stazione di Gianturco.

Un uomo si è suicidato lanciandosi sotto un treno della Circumvesuviana. L’impatto è avvenuto alle 13,56, quando l’uomo si è gettato sotto il convoglio numero 46 partito da Sorrento e diretto a Napoli.

Episodi del genere sono sempre più frequenti nel nostro paese ma anche all’estero. In particolar modo, in Germania, il fenomeno registra dati in impressionante aumento. Ogni anno infatti 800 persone decidono di suicidarsi gettandosi sui binari contro un treno in corsa. Questo significa che ogni macchinista può trovare una persona lungo i binari una o due volte nel corso della sua vita lavorativa. Un treno merci viaggia a 100 chilometri all’ora, un treno locale a 160 e i treni AV possono raggiungere i 300 chilometri orari: possono volerci più di tre chilometri per riuscire a fermarli ed evitare l’impatto fatale.

Il settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato un interessante articolo che, raccontando la storia di un macchinista trasformato suo malgrado in “assassino involontario”, mostra come dopo i terribili episodi vissuti, le vite di questi uomini siano completamente stravolte e dominate dai sensi di colpa.

Protagonista dell’articolo è un macchinista tedesco, Stephan Kniest, che ha vissuto questo trauma quattro volte. Il giornalista Hauke Goos l’ha incontrato a Rotterdam, a 200 chilometri da Weeze, la città dove vive Kniest nella Germania ovest. Kniest nell’articolo ripercorre la sua storia, i quattro episodi vissuti e racconta di come a distanza di anni, la sua mente non riesca ancora a liberarsi dal peso dei ricordi che lo hanno condizionato e che lui chiama “eventi”.

L’articolo in versione integrale è disponibile sul quotidiano on line il Post.

Foto di BiagPal - Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10577314

 

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