Dopo la giornata di gravi disagi di ieri che ha mandato in tilt la rete ferroviaria provocando ritardi fino a 7 ore, convogli bloccati lungo i binari, stazioni affollate da pendolari e viaggiatori, trapela la forte irritazione del ministro Graziano Delrio.

In costante contatto fin dalle prime ore del mattino con i vertici delle aziende, Delrio ha detto chiaramente che tutto quello che è successo si sarebbe potuto evitare perché l’allerta meteo era prevista da giorni e le aziende di trasporto avrebbero dovuto mettere in atto le “corrette azioni manutentive”. Secondo quanto riferiscono fonti del Mit, Delrio avrebbe intenzione di chiedere a RFI “un dettagliato rapporto al fine di poter valutare eventuali responsabilità”.

Gli amministratori delegati di RFI, FS e Trenitalia - viene spiegato dal gruppo - risponderanno a Delrio, difendendo il lavoro messo in campo e sostenendo che “rispetto a quelle che erano le previsioni è stato fatto tutto quello che si doveva fare”.

Viene allora spontaneo chiedersi di chi sia la responsabilità del caos di ieri. I vertici del gruppo risponderanno a Delrio sottolineando che la nevicata a Roma si è prolungata di tre ore rispetto alla previsione iniziale della Protezione Civile, determinando una situazione diversa rispetto a quella che ha fatto da base all’attivazione dei piani neve e gelo di RFI e Trenitalia nei giorni passati. “È stato necessario rimodulare in corso d’opera le attività sia sul fronte del personale per le attività sulla rete ferroviaria sia l’offerta commerciale”, spiegano dal gruppo.

Sempre secondo FS, ad aumentare i disagi è stato un treno Italo che si è bloccato sulla direttissima Roma - Firenze, nei pressi della stazione di Orte, determinando la possibilità di usare un solo binario, con la circolazione a senso alternato. Così i ritardi sono cresciuti, arrivando in alcuni casi a sfiorare le sette ore.

Secondo l’Huffington Post la rete ferroviaria non ha retto e non l’hanno fatto in particolare modo le scaldiglie, quei sistemi installati negli scambi ferroviari che permettono di sciogliere la neve. La scaldiglia, viene spiegato, funziona fino a una certa quantità di neve, oltre la quale è necessaria una manutenzione straordinaria, ovvero l’intervento di un operaio che rimuove l’accumulo di neve che si crea sia con la caduta della stessa che con il passaggio dei treni, che trasportano nel sottocassa neve e ghiaccio.

Oggi, per evitare il ripetersi della situazione, RFI garantisce l’80% dei treni ad alta velocità e il 50% dei convogli del trasporto regionale nel Lazio; livello 2 di una scala a tre: l’ultimo dei quali è la chiusura delle tratte ferroviarie.

L’articolo in versione integrale è disponibile sull’ Huffington Post.

 

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