“Se non vi adeguate alle nostre prescrizioni sulla sicurezza, la vostra autorizzazione alla gestione della rete ferroviaria è a rischio”.
Queste le parole perentorie di una lettera dell’Agenzia Nazionale della Sicurezza Ferroviaria, partita il 16 febbraio, dopo il gravissimo incidente di Pioltello e dedicata alle “disposizioni in materia di gestione della manutenzione”.
Destinatari della missiva, l’amministratore delegato e due importanti manager di RFI, l’azienda del Gruppo FS, che cura la manutenzione e l’esercizio dei binari, indagata insieme a Trenord per il deragliamento che il 25 gennaio ha provocato 3 morti e 46 feriti.
Quattro le disposizioni obbligatorie contenute nel documento da attuare subito. La prima riguarda l’obbligo “di definire con un protocollo specifico le situazioni critiche a cui debbono fare seguito provvedimenti immediati e restrittivi per la circolazione ferroviaria”. In altre parole RFI deve stabilire quali possano essere le situazioni pericolose, e se si verificano, deve limitare la circolazione, ridurre la velocità, bloccare eventualmente tratti di binario.
Scrive poi ANSF “Bisogna coinvolgere responsabilità superiori rispetto a chi rileva la situazione critica” creando “maggior collegamento e controllo tra il livello centrale della direzione produzione e le strutture locali”.
E poi ancora “Senza un riesame delle procedure si rischia di inficiare il beneficio dei notevolissimi impegni finanziari pubblici per ammodernare le ferrovie”, a causa di “comportamenti della struttura improntati a praticismi e prassi”.
E conclude l’Agenzia: “La mancata osservanza di quanto disposto può costituire una grave inadempienza in relazione al mantenimento dell’autorizzazione di sicurezza”. Come dire se non vi mettete in regola, rischiate sanzioni pesanti o addirittura di perdere il certificato che vi consente di gestire la rete ferroviaria.
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