Il capotreno di Trenord residente nel Pavese che a luglio si è inferto da solo una coltellata, ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa.

Il gip di Lodi ha infatti accolto ieri la richiesta avanzata dal difensore dell’uomo, in accordo con la Procura. Si è chiusa così la parte penale della vicenda che già è costata al dipendente Trenord il licenziamento per giusta causa.

I fatti risalgono al 19 luglio 2017, quando l’uomo aveva denunciato ai carabinieri di Codogno l’aggressione subita sul convoglio Piacenza-Milano Greco Pirelli, all’ingresso della stazione di Santo Stefano Lodigiano.

Successive indagini e, la confessione dell’indagato incastrato dai fotogrammi delle telecamere della stazione di Santo Stefano Lodigiano, hanno però portato a scoprire che l’uomo si era inferto da solo la ferita alla mano con un coltello a serramanico che si era portato da casa.

L’ormai ex capotreno è stato condannato per calunnia, simulazione di reato, interruzione di pubblico servizio e detenzione impropria di arma bianca. Secondo l’accusa, l’uomo voleva incolpare un ghanese di 25 anni e senza fissa dimora, con il quale aveva avuto un diverbio la sera prima dell’episodio, sullo stesso treno.

Chiuso il contenzioso penale, potrebbe aprirsi quello civile. Toccherà a Trenord decidere se chiedere i danni per l’interruzione di servizio e per lo sciopero: una cifra che qualcuno si spinge a quantificare intorno ai 300mila euro.

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