“Evidentemente la borsa non fa per i treni”, ha detto l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, commentando l’acquisto di Italo da parte di un fondo americano.
Il procedimento di quotazione in Borsa del Gruppo FS, riprenderà dopo le elezioni del 4 marzo, con il nuovo governo che si insedierà a Palazzo Chigi, ma l’idea di fondo di Mazzoncini non cambia: la cessione di Italo al fondo statunitense Gip, per via di un’offerta ritenuta “irrinunciabile” da Luca Cordero di Montezemolo, “dimostra che l’investitore ideale per il settore sono i fondi”.
“Evidentemente la borsa non è per i treni, se due imprese che avevano iniziato a ragionare su come finanziarsi attraverso la Borsa alla fine hanno scelto di farlo attraverso altri canali", ha proseguito l’ad, “noi con prestiti obbligazionari prevalentemente da fondi, e Italo con un fondo che ha direttamente rilevato la società”.
Esaltando il sistema ferroviario italiano anche alla luce delle operazioni svolte dal gruppo FS, il numero uno del Gruppo ha aggiunto: “Se due indizi fanno una prova possiamo dire che abbiamo il più performante ecosistema ferroviario del mondo: 18 mesi fa abbiamo venduto Grandi Stazioni Retail a 20 volte l’Ebitda e anche Italo ha avuto una valutazione simile. L’ecosistema di FS e il sistema regolatorio italiano generano un enorme valore a tutto quello che gli sta intorno. E’ come se fossimo in un negozio dove tutto quello che poggi sugli scaffali acquista valore”.
In merito all’acquisizione di Italo da parte degli americani, l’ad di FS non si è detto preoccupato: “Italo rimane il nostro competitor in Italia indipendentemente da chi sia l’azionista”, ha proseguito. “E' una competizione sana per il Paese, che ha rafforzato sia Trenitalia che Italo. Ora entrambi siamo pronti per andare in Europa più competitivi. Il mercato europeo è enorme”, ha concluso Mazzoncini, “ci sono grandi margini di crescita”.
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