L’investimento accaduto due sere fa a Firenze Rifredi, qualora la dinamica fosse confermata, certificherebbe qualcosa che abbiamo sostenuto in tempi piuttosto remoti, la sostanziale inutilità delle barriere anti attraversamento.
Da qualche tempo, ormai, queste transenne sono in via di installazione in molte stazioni italiane, non solo in grandi impianti come Roma Termini ma anche nelle fermate periferiche. Purtroppo, però, quanto accaduto a Rifredi ha reso manifesto quel che già si sapeva, ossia che queste barriere non scoraggiano affatto le persone dall’attraversare i binari senza servirsi del sottopassaggio.
Probabilmente una delle motivazioni è da ritrovarsi nella loro facilità di scavalco e viene da chiedersi se non sarebbe stato il caso di farle più alte, così da creare veramente un muro tra i due binari. Del resto, partendo dal presupposto che se qualcuno si trova lì in mezzo è sempre nel torto, alle volte le barriere stesse rischiano di trasformarsi paradossalmente in una trappola, ad esempio limitando la manovra a qualcuno che avesse iniziato l’operazione e si trovi per qualche motivo a doverla completare in fretta o a tornare sui suoi passi con altrettanta velocità.
Vediamo di essere chiari, non vogliamo giustificare con queste righe coloro che incautamente e contro ogni regolamento attraversano i binari ma semplicemente sollevare qualche dubbio sulla effettiva utilità di queste transenne. Probabilmente la loro efficacia potrebbe essere aumentata se al contempo si introducesse il concetto di sicurezza ferroviaria, ad esempio avviando lezioni di educazione civica nelle scuole.
Perché nessuna barriera può essere utile quanto un’educazione che insegni il rispetto delle regole e delle leggi.


