Arriva una seconda condanna, questa volta per il passeggero senza biglietto, a concludere la vicenda del capotreno condannato per violenza privata dopo un alterco verbale con un viaggiatore. 

Il fatto era accaduto nella stazione di Santa Giustina, in seguito al quale il passeggero era stato costretto a scendere perché sprovvisto del titolo di viaggio.

Il tribunale di Belluno nella giornata di ieri ha condannato in contumacia, perché irreperibile dopo l’espulsione dall’Italia nel 2016 in quanto irregolare, il nigeriano Anyanwu Festus Amaechi. La pena stabilita è di 15 giorni di reclusione, inferiore di 5 giorni a quella inflitta al capotreno.

All'uomo è stato contestato il reato di non aver voluto fornire le generalità ai controllori di Trenitalia sui treni lungo la tratta Belluno-Padova, controllori che, in servizio, sono da considerare come pubblici ufficiali.

Secondo la ricostruzione avvenuta durante il processo a carico del nigeriano, la vicenda, che risale al 12 novembre del 2014, aveva avuto infatti inizio ben prima dell'incontro tra il 51enne capotreno Andrea Favaretto e il nigeriano Anyanwu Festus Amaechi, su un altro treno. Un collega del 51enne, Carlo Terrin, ha infatti raccontato al giudice di essersi imbattuto nell'uomo sprovvisto di biglietto già in precedenza su un altro convoglio.

Terrin ha sostenuto che l’uomo che non aveva il biglietto lo avrebbe insultato accusandolo di essere "il solito italiano razzista", salvo poi scendere in stazione. Sarebbe stato lo stesso Terrin ad avvertire immediatamente dopo telefonicamente il collega che in stazione c’era un nigeriano senza biglietto pronto a salire sul treno successivo. Per questo una volta arrivati a Santa Giustina, il controllore protagonista dell'episodio si era diretto subito verso di lui chiedendo il tagliando.

"Il collega del regionale precedente mi aveva avvertito che in stazione c’erano dei nigeriani che aveva fatto scendere. Quando l’ho visto a bordo gli ho chiesto il biglietto. Una, due volte, ma lui era sempre al cellulare e non mi dava retta. Ho così pensato di prendere il suo borsone e portarlo a terra, in modo che scendesse anche lui" aveva raccontato anche Favaretto durante il suo processo.

Questo gesto avrebbe però fatto scattare la rabbia del nigeriano, avviando un alterco che si sarebbe concluso solo con l'arrivo dei carabinieri. Favaretto ha ammesso che le parole di troppo ("Se sali, ti denuncio") sono state "una reazione istintiva dovuta alla concitazione del momento" ma ha ribadito che il biglietto che l'uomo aveva non era valido in quanto non timbrato o meglio timbrato solo dopo la discussione.

Orario invernale Trenitalia
Giorni
Ore
Min.
Sec.

Treni insoliti sui binari italiani
Il nuovo libro di Lorenzo Pallotta

234 pagine, 260 foto

Acquista la tua copia!!