La giornata di ieri rimarrà nella storia per essere una di quelle più funeste delle ferrovie italiane. Il silenzio nel giorno dell’accaduto, nel rispetto di chi non c'è più e di chi sta lottando per la vita è obbligatorio, ma il giorno dopo qualche sassolino dalle scarpe vorremmo levarcelo.

Sia chiaro, errori capita di farne a tutti, a noi per primi, ma quello che si è letto e sentito ieri su giornali, siti web e telegiornali più o meno autorevoli è risultato ai limiti della sopportazione per chi di treni e ferrovie scrive da anni.

Senza la pretesa di ricordare tutto (teniamo ai nostri e ai vostri fegati), recuperiamo a macchia di leopardo qualche amenità scritta o detta che ci ha fatto venire a dir poco la pelle d’oca.

Per prima cosa, anche dopo che le immagini erano più che evidenti, diversi giornali parlavano di un treno composto da locomotore e sei carrozze quando bastava vedere le foto dall’alto per capire che erano cinque e che una era piegata in due. Una banalità, certo, ma talmente facile da appurare che sarebbe stato meglio evitarla.

Proseguendo abbiamo avuto inviati certi che la stazione di destinazione fosse Milano Piazza Garibaldi, quando il nome corretto è Milano Porta Garibaldi, mentre Piazza Garibaldi è la stazione di Napoli.

Come in un crescendo rossiniano arrivano poi le perle migliori. Una inviata sul posto di un noto telegiornale riecheggiava nello studio chiedendo se fosse "possibile che un treno regionale andasse ad una velocità folle come 140 km/h" (la più scarsa utilitaria oggi in commercio va decisamente più veloce ndr) e subito dopo concludeva ricordando che "Trenord sono le ferrovie del nord"(!).

Non è mancato ovviamente il solito esperto del pomeriggio che oltre a ricordarci che l’Italia è piena di monorotaie, ci faceva notare come esse fossero pericolosissime perché ogni giorno si rischiano scontri frontali. Probabilmente si sarà riferito a qualche Luna Park visto che in Italia monorotaie non ce ne sono e le linee a binario unico, delle quali forse parlava, sono nella stragrande maggioranza assolutamente sicure.

Non è mancato poi chi ha sentenziato che è assurdo che nel 2018 i treni siano ancora spinti da una locomotiva (qualcuno dovrebbe fargli presente che i treni reversibili vanno anche a 200 km/h e funzionano regolarmente in tutto il mondo ndr) e che questo comporta che "il macchinista guidi alla cieca o debba rivolgersi ad un pilota dall’altra parte del convoglio" (!). Il concetto del treno reversibile deve essere stato del resto particolarmente indigesto se qualcuno è riuscito a scrivere che "il macchinista era in coda perché il convoglio era a trazione posteriore".

Del resto, secondo alcuni, Trenord ha capito che qualcosa non andava perché "il convoglio è scomparso dai radar", nemmeno fossimo in una torre di controllo di un aeroporto.

Per ultimi non sono mancati quelli che hanno ripreso gli ultimi incidenti, puntando il dito contro il numero elevato di vittime in ferrovia.
I morti devono essere rispettati, tutti, ma forse la statistica sarebbe stata letta diversamente dagli ascoltatori se si fossero confrontati i decessi all’anno sui treni o nelle auto. E al limite se si fosse evitato di mettere nel calderone l’incidente di Balvano, accaduto oltre 70 anni fa.

In conclusione, questo non vuole essere un atto di accusa contro i giornalisti e gli opinionisti né una generalizzazione visto che diversi sono stati molto precisi ma solo una preghiera per tutti gli altri.
Capiamo il momento concitato, capiamo che dovete tenere ore di diretta con poche informazioni spesso incomplete ma ormai i metodi per contattare velocemente chi ne sa più di voi ci sono. Speriamo che in futuro non vi serva, ma nel caso, usateli!

Foto di Jean-Henri Manara, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20453529

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