Dopo 36 giornate di sciopero contro la riforma delle SNCF, con la modalità dei due giorni di stop dal lavoro ogni cinque, si spezza il fronte unitario dei sindacati di categoria francesi.
A tirarsi fuori da ulteriori scioperi è l’Unione Nazionale Sindacati Autonomi che vanta ben 200mila iscritti. I vertici Unsa hanno infatti deciso di interrompere ulteriori astensioni dal lavoro a partire dal 28 giugno conformemente con quanto annunciato in precedenza.
Cominciati lo scorso 3 aprile, gli scioperi hanno fortemente condizionato la vita dei viaggiatori in particolare dei tantissimi pendolari che comunque hanno quasi sempre sostenuto i ferrovieri.
Di fronte alla possibilità concreta di ulteriori giornate di sciopero anche nel mese di luglio, l’Unsa si è tirata indietro mantenendo lo stato di agitazione e di lotta ma sotto forme diverse e dichiarando di rimanere ‘combattivi per la difesa di un nuovo patto sociale’ in vista di imminenti negoziazioni con il governo. “Non ci tiriamo indietro – dicono - ma vogliamo offrire prospettive di un avvenire sereno ai nostri iscritti del comparto ferroviario”.
Altre organizzazioni sindacali non hanno preso bene la decisione di Unsa; alcune lanciano accuse di tradimento tanto che in molti parlano di unità sindacale spezzata. Stando al parere di osservatori considerati neutrali, la decisione di Unsa sarebbe però strategica dal momento che, negli ultimi tempi, il fronte degli aderenti agli scioperi si è via via assottigliato toccando un modesto 10,80% lo scorso lunedì.
Le altre sigle sindacali hanno punti di vista diversi, così se alcune propongono scioperi il 2, 6 e 7 luglio, altre vorrebbe invece pianificare un’altra serie di scioperi più avanti, magari nel cuore della stagione estiva.