Il quotidiano francese “Libération” scrive oggi che i sindacati hanno spostato al 15 marzo la decisione di indire un eventuale sciopero per protestare contro la riforma del sistema ferroviario.

Ricordando che il governo potrebbe far passare la riforma mediante l’utilizzo di decreti, il quotidiano sottolinea che il progetto non figurava tra i punti del programma del presidente Macron quando era candidato. Un’eventuale sciopero del settore potrebbe dare il via a una serie di disagi che metterebbero in seria difficoltà il traffico ferroviario.

Il provvedimento più contestato della riforma è quello che riguarda la soppressione dello statuto del ferrotranviere. Secondo un recente sondaggio, - condotto online il 26 febbraio su un campione di 1010 persone, rappresentante francesi di età pari o superiore a 18 anni - il 69% sarebbe d’accordo con questa misura.

Quasi sette francesi su dieci infatti (69%) sono per la fine dello statuto del ferrotranviere, come previsto dalla riforma di SNCF che il governo vuole adottare prima dell’estate.

Secondo questo sondaggio, il 54% dei francesi è favorevole all’uso di decreti per approvare questa riforma, come vuole il governo, mentre il 46% è contrario.

Secondo il campione intervistato, la riforma contribuirà soprattutto a “ridurre il debito della SNCF” (69%), “per garantire una buona qualità del servizio ai clienti” (66%), e “per garantire prezzi competitivi per i clienti” (56%).

Il 53% dei francesi afferma di avere fiducia nel governo e nella compagnia ferroviaria (52%) “per fare proposte per le riforme di SNCF che vadano nella giusta direzione”.

D’altra parte, sono una minoranza (45%) a fidarsi dei sindacati, che devono decidere una risposta unitaria. Il 43% degli intervistati dichiara il proprio sostegno a possibili futuri scioperi e dimostrazioni, il 38% è contrario mentre il 19% è indifferente.

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