L’acquisto di NTV da parte del fondi americano GIP ha acceso i riflettori sull’alta velocità italiana che, come è noto, è un segmento particolarmente redditizio.

In questo, va detto, il nostro paese non è da solo poiché in Europa, attualmente, sono almeno dieci le tratte ad Alta velocità che, per volumi di traffico, potrebbero attirare un eventuale concorrente e vincere la sfida competitiva con l’aereo.

Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, almeno tre di queste sarebbero nel mirino del gruppo FS Italiane, qualora si procedesse con la gara per l’apertura del mercato.

La prima è la Parigi-Bruxelles, la cui tratta è attualmente coperta dai Thalys, la seconda è invece la Colonia-Amburgo, operata dalle ferrovie tedesche DB (Deutsche Bahn) mentre la terza è la Londra-Edimburgo, operata in questo caso da Virgin.

Del resto, che il gruppo FS Italiane si stia espandendo non è certo un mistero e infatti la sua presenza si  può già trovare sui principali mercati europei con proprie società nel trasporto passeggeri. Nel Regno Unito è attiva con Trenitalia UK (100% proprietà), in Francia con Thellò, in Germania con Netinera e in Grecia con Trainose.

Se queste sono le galline dalle uova d’oro, altre sette linee ferroviarie non necessariamente AV destano comunque interesse per la loro potenziale redditività. Esse sono Colonia-Francoforte, Parigi-Lione, Berlino-Francoforte, Colonia-Bruxelles, Parigi-Bordeaux, Barcellona-Madrid e Parigi-Milano.

La liberalizzazione del mercato ferroviario che dovrebbe arrivare nel 2020, rappresenta una profonda e importante evoluzione di un percorso che in ambito europeo è stato particolarmente lento. Attualmente i mercati già liberalizzati come quello italiano sono “protetti” da una clausola di reciprocità che impedisce a imprese di Paesi non ancora liberalizzati di operare in Italia.

Quando questa liberalizzazione avrà luogo sarà possibile per il gruppo Ferrovie Italiane, in coerenza con la strategia di espansione internazionale prevista dal piano industriale 2017-2026, ampliare il proprio business in Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi, cosa che probabilmente vorrà fare anche Italo ed in tal senso si colloca probabilmente l’acquisto della compagnia da parte del fondo americano.

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