Si starebbe avvicinando a grandi falcate, tra entusiasmo e scetticismo, l'arrivo del Frecciarossa a Perugia.
Nella giornata di domani la presidente Catiuscia Marini dovrebbe annunciare la partenza di un treno da marzo, convoglio che altro non sarebbe se non il prolungamento di quello che attualmente ha come capolinea Arezzo. La conferma arriva anche da un suo post su Facebook in cui ribadisce la necessità di una fermata in Umbria.
Diversa la richiesta dei sindacati, che chiedono invece un progetto più organico, come la Fit Cisl. "La Fit Cisl – dice il sindacato – non è contraria all’Alta Velocità in Umbria, ma reputa fondamentale predisporre un progetto AV credibile e che faccia veramente uscire la nostra regione dall’isolamento rispetto a tale rete, anche rispetto ad Ancona e soprattutto Roma". "Per questo – dice il segretario regionale Fit Cisl Umbria Fabio Ciancabilla- riteniamo che si doti la stazione di Perugia delle necessarie infrastrutture e servizi. Altrimenti, si scelga la stazione di Foligno come base di partenza. Ciò perché si tratta di una stazione presenziata e dotata di tutto il necessario per le attività accessorie e dedicate ai diversamente abili”.
Una posizione ferma quella della Fit Cisl Umbria che dice la sua anche sulla effettiva utilità del Frecciarossa: "Ipotizzare collegamenti con materiale rotabile più funzionale alla nostra rete, come gli ETR 425 conosciuti come Jazz, con la sola fermata di Perugia, tra Foligno e Arezzo, per poter collegare la nostra regione all’AV con tempi del tutto analoghi a quelli che potrebbe impiegare un Frecciarossa avrebbe, ad esempio, risultati analoghi all’uso del Frecciarossa, ma a costi contenuti ed inferiori addirittura a quelli di un Intercity".
L’attenzione della Fit Cisl Umbria, dunque, non si rivolge solo ai costi aziendali e della collettività, ma soprattutto a quelli del biglietto e quindi dell’accessibilità al servizio stesso.