L'aggressione di ieri sul treno che da San Rossore viaggiava in direzione Pisa ai danni del capotreno e di tre agenti della Polfer ma anche di tutti gli altri episodi che ormai stanno diventando fin troppo comuni nelle nostre giornate, sono stati duramente stigmatizzati dalle segreterie regionali delle sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fast e Ugl.
"Nelle ultime due settimane cinque aggressioni al personale ferroviario in Toscana, con quello di ieri mattina, in cui sono rimasti coinvolti anche tre agenti della polizia ferroviaria, sono quattro i capotreno aggrediti in questo breve lasso di tempo, a questi si somma un addetto di protezione aziendale di RFI a Firenze Santa Maria Novella".
"Non ci sono più parole - proseguono i sindacati - se non quelle di vicinanza e solidarietà alle vittime innocenti di questi episodi di violenza ingiustificata. Le misure individuate per combattere il fenomeno delle aggressioni a bordo dei treni non sono sufficienti, dobbiamo prenderne atto. I treni rischiano di diventare campi di battaglia e sempre meno sicuri anche per chi ci viaggia. È l'ora di dire basta, non ci sono ricette magiche, né soluzioni facili, sappiamo che bisogna da trovare risorse, individuare e attuare azioni straordinarie per un fenomeno straordinario che, per la frequenza, sta diventando ordinario. No, non accettiamo l'idea che i treni diventino zone franche. I lavoratori devono lavorare sicuri. I viaggiatori devono viaggiare sicuri. Questo fenomeno va debellato. Queste organizzazioni sindacali continueranno a chiedere a imprese ferroviarie, politica, istituzioni e forze dell'ordine di moltiplicare gli sforzi per risolvere in maniera definitiva questo fenomeno e rendere di nuovo i treni ambienti sicuri per chi lavora e chi viaggia. Non accetteremo che questo fenomeno venga derubricato fra le cose che succedono e per evitare questo metteremo in campo tutte le azioni necessarie nei prossimi giorni. Il periodo di franchigie previsto dalla legge 146/90 - concludono - non permette la proclamazione di sciopero come abbiamo fatto altre volte, ma questo non ferma la nostra determinazione a cercare e sollecitare soluzioni non più rimandabili".