Secondo la Procura di Trani, fu l’imperizia dei capistazione Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, del capotreno Nicola Lorizzo e del dirigente del movimento Francesco Pistolato a provocare l’incidente del 12 luglio 2016 sulla tratta tra Andria e Corato che provocò 23 morti e 50 feriti.
La Procura di Trani, stamattina ha quindi fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 19 persone. Tra queste c’è anche il direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista, che insieme all’altra dirigente Elena Molinaro è accusato di non aver adottato “provvedimenti urgenti” che, eliminando il sistema di blocco telefonico a favore del più sicuro SCMT, avrebbero potuto impedire la tragedia.
La Procura ha poi contestato a Ferrotramviaria di aver risparmiato 664mila euro sui lavori per l’installazione del “blocco conta assi” con cui si sarebbe potuta evitare l’incidente.
Le accuse della Procura, riguardano, a vario titolo, i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, e chiamano in causa anche i dirigenti di Ferrotramviaria (all’epoca dei fatti), il conte Enrico Maria Pasquini, sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi, accusati anche loro di non aver operato per prevenire l’incidente, ignorando le direttive sulla sicurezza del lavoro, le circolari ministeriali sull’aggiornamento tecnologico delle reti ferroviarie regionali, gli obblighi del contratto di servizio con la Regione e di aver anche nascosto al ministero e alla Direzione Generale per le Investigazioni Ferroviarie e Marittime, suo braccio tecnico, 20 incidenti sfiorati tra il 2012 e il 2016, oltre che di aver dotato la linea ferroviaria di una “insufficiente copertura della rete di telefonia mobile lungo la tratta Andria-Corato e quindi delle conseguenziali difficoltà di comunicazione tra personale di terra e personale di bordo”.
Tali difficoltà, nell’ipotesi accusatoria della Procura, avrebbero reso impossibile - il giorno dell’incidente - una chiamata ai capitreno degli ET1021 (proveniente da Andria) e ET1016 (proveniente da Corato) che si ritrovarono a scontrarsi perché il capostazione Piccarreta “concedeva alle ore 11 la via libera al rotabile ET1021 con segnale di partenza al capotreno Lorizzo”, senza rendersi conto che il binario era ancora occupato dall’altro treno.
Piccarreta risponderà poi anche di falso dal momento che, come pubblico ufficiale, falsificò il registro di stazione per nascondere la mancata telefonata alla stazione di Andria. Al dirigente del movimento Pistolato è invece contestato di aver istituito quella mattina un treno supplementare, l’ET1016bis, partito prima del 1016. Fu infatti proprio l’arrivo del 1016bis a confondere Piccarreta convincendolo a far partire il 1021.
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