Intervistato dal Corriere di Verona, Renato Mazzoncini, ad e direttore del Gruppo Ferrovie dello Stato, ha replicato alle preoccupazioni degli ambientalisti sul tratto dell’alta velocità Brescia-Verona-Padova in territorio Veronese.
Ha detto Mazzoncini: “A chi critica il progetto Brescia-Verona parlando di sottoutilizzazione delle linee rispondo dicendo che un secolo fa, nel progettare la stazione di Milano Centrale, i nostri avi fortunatamente hanno avuto la lungimiranza di pensare al futuro. All’epoca quella struttura sembrava sovradimensionata. Ma di quella scelta ne beneficiamo oggi”.
Con la realizzazione della TAV, il cui costo è di 2,5 miliardi, 60 milioni a chilometro, Mazzoncini prevede per il 2026 il passaggio sulla tratta Brescia-Verona di 319 treni al giorno, di cui 58 coppie di treni merci ad alta capacità. “Dobbiamo agire con lungimiranza nei confronti del futuro, magari non nostro, ma dei nostri figli e dei nostri nipoti”, aggiunge l’ad di Ferrovie dello Stato. E sull’impatto ambientale dell’opera: “sul Garda inizialmente si prevedeva la cancellazione di circa 230 ettari di vigneti. Li abbiamo ridotti ad una trentina”.
Per i 43 Km della Brescia-Verona i lavori partiranno a Lonato nel bresciano nel 2018. Per il tratto Veronese si attende invece il via ibera della Corte dei Conti.


