Le ferrovie dello stato svedesi SJ hanno cominciato ad accettare biglietti caricati su microchip impiantati nella mano dei viaggiatori.
Nel paese scandinavo sono circa già 3.000 le persone dotate del microchip. I passeggeri possono acquistare il biglietto sul web o sull’applicazione SJ, e una volta connessi con il loro numero di programma fedeltà il titolo di viaggio viene caricato sul microchip. Il controllore avvicina il lettore alla mano del passeggero e appaiono tutti i dati del biglietto. Dice un portavoce della compagnia: “Qualcuno ha sollevato dubbi sulla privacy ed è una questione che prendiamo molto sul serio. Ma se davvero la paura è di essere tracciati, allora sono più preoccupanti smartphone e carte di credito”.
In Svezia, la start-up Epicenter di Stoccolma ha cominciato nel 2015 ha far impiantare i microchip tra il pollice e l’indice della mano di alcuni suoi dipendenti che volevano usarli per entrare nell’azienda, fare funzionare le stampanti o comprare una bottiglietta d’acqua ai distributori automatici. “Impiantare qualcosa di elettronico nel corpo è stato un passo importante anche per me — dice Patrick Mesterton, capo di Epicenter —, ma poi diventa naturale e molto comodo”.
Subito dopo, anche altre aziende del paese hanno cominciato a usare i microchip e poi via via la pratica si è diffusa in altri paesi come il Belgio e gli Stati Uniti. In Australia centinaia di persone hanno già fatto ricorso al servizio «Chip My Life» fondato da Shanti Korporaal. Nel caso di SJ è però la prima volta che il microchip viene usato in un’azienda rivolta al grande pubblico.
L’articolo integrale è disponibile sulla pagina on line del Corriere della Sera.
Foto Tim Adams (Own work) [CC BY 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/3.0)], via Wikimedia Commons